L’impatto della pandemia, le innovazioni tecnologiche, l’invecchiamento e le mutate condizioni socioeconomiche del Paese si riflettono direttamente e indirettamente sul SSN sia sotto il profilo finanziario che sotto quello della sua operatività, in particolare sulla sua capacità di soddisfare bisogni e domande di servizi sanitari da parte dei cittadini.
Secondo quanto riportato dal rapporto 2021 “Meridiano Sanita” di The European House Ambrosetti, nel corso del 2020, per fronteggiare la pandemia Covid-19, la spesa sanitaria pubblica nel nostro Paese, ha subito un significativo incremento (+5,3%) rispetto all’anno precedente, passando da 115,7 miliardi di euro del 2019 a 123,5 miliardi di euro con un’incidenza sul PIL pari a 7,5%.
La spesa sanitaria privata invece, complici le restrizioni della pandemia, ha subito un decremento del -24% rispetto all’anno precedente, passando da 40,5 miliardi di euro del 2019 a 30,8 miliardi di euro nel 2020.
Secondo quanto riporta l’Osservatorio Sanità di UniSalute, realizzato in collaborazione con Nomisma, la spesa sanitaria privata e per circa l’89% (27,4 miliardi di euro) di tipo out of pocket ovvero sostenuta direttamente dalle famiglie italiane, suddivisa tra spesa per beni e per servizi. Solo l’11% (3,4 miliardi di euro) della spesa è intermediata.
Alla luce di questi dati si fa sempre più pressante ripensare a un sistema di integrazione pubblico-privato che garantisca la sostenibilita delle cure, in cui il Pubblico mantenga la sua centralita ma vengano allo stesso tempo ampliati gli interventi delle forme sanitarie integrative.
Negli ultimi anni infatti stiamo assistendo a un crescente sviluppo di Fondi Sanitari Integrativi, coperture collettive aziendali derivanti da CCNL, assicurazioni e forme di welfare aziendale.
Per quanto riguarda i Fondi Sanitari Integrativi, secondo il recente report “Le attivita dell’Anagrafe fondi sanitari e i dati del Sistema Informativo Anagrafe Fondi (SIAF)”, il numero di tali fondi è cresciuto da 276 del 2013 ai 318 del 2020, con un numero di cittadini che beneficiano di forme di sanita integrativa che si attesta pari a 14, 6 milioni. La quasi totalita di questi fondi (97%) è costituita da enti, casse e societa di mutuo soccorso, che offrono sia prestazioni LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, insieme di prestazioni e servizi sanitari che i cittadini hanno diritto ad ottenere dal SSN) che extra-LEA, con il vincolo che queste ultime rappresentino almeno il 20% del totale delle prestazioni erogate. Nel complesso, il valore delle prestazioni erogate dai FSI (Fondi Sanitari Integrativi) nel 2020 è stato di 2,8 miliardi di euro. Le risorse erogate hanno finanziato principalmente prestazioni odontoiatriche (66%) seguite da quelle sociosanitarie (19%) e da quelle finalizzate al recupero della salute (15%).
L’analisi territoriale mostra una forte polarizzazione delle erogazioni concentrate soprattutto nelle regioni del Nord: oltre il 30% dei beneficiari dei Fondi Sanitari Integrativi e presente in Lombardia. Questa percentuale cala fortemente nelle regioni del Sud e varia tra lo 0 e il 5%.
Dall’Osservatorio Sanita UniSalute emerge che circa un terzo degli italiani e interessato a stipulare una polizza sanitaria integrativa nei prossimi 12 mesi, mentre il 30% ne possiede già una – principalmente perché inclusa nel contratto di lavoro. Dalla ricerca emerge che, tra chi ha acquistato personalmente una polizza, la sottoscrizione e avvenuta in genere presso un’agenzia assicurativa (43%) che risulta nettamente il canale più utilizzato. Il 15% ha deciso di acquistarla presso la propria banca e il 13% in posta. Infine, c’e chi ha deciso di acquistarla direttamente sul web (15%).
Caratteristiche delle polizze
L’Osservatorio Sanita UniSalute ha poi esplorato le caratteristiche più apprezzate dagli italiani di una polizza sanitaria. Al primo posto c’e il vantaggio di tagliare i tempi di attesa (43%). Convince anche la possibilità di fare prevenzione con dei controlli medici specialistici (35%). Piu di un terzo apprezza la copertura dell’intero nucleo familiare dell’intestatario e il 30% la possibilità di usufruire di un’assistenza medica continuativa nei casi in cui determinate situazioni di malattia sono urgenti o non possono essere rinviate.
Apprezzata anche la possibilità di accesso a strutture convenzionate di qualità (27%) e che soddisfano le proprie esigenze (23%). Guardando all’aspetto della prevenzione, quattro italiani su dieci preferiscono una polizza che copra anche prestazioni di prevenzione come screening ed esami specialistici, dichiarandosi ben disposti a spendere una somma mensile per una copertura di questo tipo. Rispetto alla disponibilità a pagare per un piano sanitario personalizzato che offra i servizi scelti, il 20% degli intervistati e disposto a spendere più di 100 euro l’anno. Invece, la maggioranza dichiara di voler spendere meno di 100 euro l’anno. Polizza e patologie croniche
L’assistenza di una persona affetta da patologie croniche o non autosufficiente può essere molto costosa e spesso ricade direttamente sulle famiglie. La sottoscrizione di una polizza assicurativa può essere un modo per assicurarsi un’entrata destinata a coprire le spese per le cure richieste a chi la stipula in caso di necessita.
Dall’indagine, emerge, che il 42% ritiene utile stipulare una polizza sanitaria integrativa privata che copra le spese relative alla patologia cronica e il 29% dichiara di essere intenzionato a sottoscrivere una polizza sanitaria nei prossimi mesi. Guardando alle aspettative future attese dei malati cronici verso le polizze sanitarie integrative, il 48% vorrebbe che la polizza sanitaria integrativa garantisca tempi di attesa ridotti per visite e controlli, il 42% vorrebbe usufruire di sconti sulle tariffe per le prestazioni sanitarie, il 25% di visite mediche a domicilio, il 22% della consegna di ricette e medicine a domicilio. Infine, il 20% di servizi di televisita o teleconsulto.
Servizi aggiuntivi e bisogni futuri
La ricerca di UniSalute si è concentrata infine su alcuni servizi aggiuntivi che possono essere inclusi in una polizza sanitaria integrativa: il più interessante, secondo gli italiani, e costituito dall’assistenza sanitaria a domicilio (72%), seguita dalla disponibilità di un consulto telefonico con un medico tutti i giorni e a qualsiasi orario (63%). Un italiano su due apprezza inoltre, la consegna di medicinali a domicilio. Piace molto anche la possibilità di avere inclusi dei dispositivi wearable per il monitoraggio della propria salute: il 20% dichiara di conoscerli e di farne già uso e il 59% degli intervistati li considera un benefit utile o estremamente utile.