Per Francoforte sono in crescita i rischi per la stabilità finanziaria nell’Eurozona
di Francesco Ninfole
De Guindos: i fondi dovrebbero avere asset più liquidi, mentre le banche non devono essere accecate dalla redditività. Visco (Bankitalia): stanno aumentando le ragioni per rialzi dei tassi meno aggressivi
«I rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati, mentre una recessione tecnica nell’Eurozona è diventata più probabile». È questa la conclusione della Bce nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato ieri. Nell’analisi di Francoforte la debolezza dell’economia, l’alta inflazione e i maggiori costi di finanziamento stanno aumentando la vulnerabilità di famiglie, imprese e governi. Inoltre lo scenario sta aumentando le tensioni sui mercati e sta mettendo alla prova la resistenza dei fondi di investimento. La Bce ha avvertito che le fragilità del settore finanziario potrebbero emergere contemporaneamente, rafforzandosi a vicenda.
Per quanto riguarda i mercati, «molti fondi d’investimento rimangono fortemente esposti a ulteriori perdite», ha rilevato la Bce. In particolare c’è il rischio di deflussi e disallineamenti di liquidità. Perciò il vicepresidente Luis De Guindos ha detto che a livello regolamentare «occorre imporre ai fondi obblighi ex-ante per avere una percentuale minima del portafoglio investita in asset liquidi».
Le turbolenze potrebbero farsi sentire anche sui derivati, soprattutto se torneranno a salire i prezzi del gas e le conseguenti richieste di margini. Un pericolo collegato, ha osservato De Guindos, è che un numero sempre maggiore di transazioni si sposti su mercati over-the-counter che hanno meno collaterale e meno trasparenza. Quanto ai rischi delle criptovalute, per ora sono «circoscritti al mondo cripto», secondo De Guindos, ma occorre monitorarli perché potrebbero esserci «canali oscuri».
Il settore non bancario appare più problematico di quello bancario, ma il vicepresidente Bce ha invitato gli istituti di credito a non essere «accecati» dall’incremento di redditività, arrivata attorno all’8% del capitale. Lo scenario favorevole potrebbe essere «un’illusione» destinata a svanire con la frenata economica e l’aumento dei tassi, capaci di far aumentare i crediti deteriorati. De Guindos si aspetta rimborsi «significativi» delle banche di prestiti Tltro. Gli ammontari restituiti a Francoforte, che ridurranno così il bilancio dell’Eurosistema, saranno noti domani. «La conseguenza è che ci saranno meno titoli di Stato sottoscritti in Europa», ha osservato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli.
La Bce potrebbe aumentare la volatilità dei mercati attraverso manovre troppo rapide su tassi e quantitative tightening (Qt, ovvero la riduzione dei reinvestimenti dei titoli scaduti del programma App). Sul Qt De Guindos ha assicurato che ci sarà «molta prudenza» e si è detto a favore di un’operazione «passiva e parziale», cioè con una percentuale dei bond non ricomprati. Sui tassi invece il vicepresidente Bce ha detto solo che «il principale contributo alla stabilità finanziaria è la stabilità dei prezzi».
Un messaggio più cauto è arrivato ieri dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: «La necessità di continuare l’azione restrittiva è evidente, anche se le ragioni per attuare un approccio meno aggressivo stanno guadagnando terreno». Anche il membro del comitato esecutivo Fabio Panetta ha sottolineato ieri che «è probabile che si debbano ancora fare passi sulla normalizzazione monetaria», ma andranno fatti considerando «quello che si è già fatto» e l’impatto ritardato delle misure della banca centrale. Panetta, intervenuto al comitato esecutivo Abi, ha rilevato anche che la transizione verde «non determinerà necessariamente un aumento dell’inflazione»: l’effetto dipenderà invece «dalle politiche che saranno adottate». (riproduzione riservata)
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