Axa e Unipol non sarebbero le sole compagnie di assicurazione cui starebbe pensando il ministero dell’Economia per sistemare la partita Monte dei Paschi di Siena. In Via XX Settembre avrebbero iniziato a studiare anche un possibile coinvolgimento di Generali Assicurazioni, che avrebbe il vantaggio di spingere verso mani italiane la banca più antica del mondo. Uno scenario che da fonti vicine alla compagnia definiscono però assolutamente irrealizzabile. Proprio mentre a Trieste il rinnovo del consiglio, fissato per la prossima primavera, ha fatto emergere una spaccatura netta tra Piazzetta Cuccia e i soci privati, Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo del Vecchio e Crt, che chiedono un nuovo corso in Generali. Ieri c’è stata la prima riunione Consob, con l’autorità chiamata in causa dall’imprenditore capitolino sulla legittimità della presentazione di una lista del consiglio, in uno scenario decisamente intricato. Ma nello stesso tempo c’è chi fa notare che gli sportelli del Monte consentirebbero a Generali di entrare in un accordo bancassicurativo (oggi nelle mani di Axa e con una penale di 1 miliardo per scioglimento anticipato) che, nonostante le vicissitudini della banca senese, continua a essere ricco e remunerativo. Per di più nel momento in cui, come anticipato da questo giornale, Bruxelles ha esteso i vantaggi del Danish Compromise, adottando in Europa le ultime regole di Basilea 3 e favorendo i modelli di bancassurance. Di certo, archiviata per ora la privatizzazione, il Tesoro si è messo al lavoro per mantenere Mps sotto controllo pubblico per altri 12-24 mesi. Mentre proseguono le discussioni con DgComp sulla proroga, via XX Settembre vuole coinvolgere investitori privati nell’aumento di capitale da almeno 3 miliardi che la banca dovrà lanciare nel 2022, a condizioni di mercato e, in ogni caso, con diritto d’opzione agli attuali soci. (riproduzione riservata)
Anna Messia
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