LA HOLDING DI DEL VECCHIO VALUTA SE SUPERARE IL 20% NEL CAPITALE DELLA MERCHANT
di Luca Gualtieri
La Galassia del Nord sta attraversando una fase di cambiamento. Se in questi mesi l’attenzione del mercato è concentrata sulle Generali, il cui cda scadrà nella primavera 2022, anche la governance di Mediobanca (socio al 12,9% del Leone) è in evoluzione. Dopo aver raggiunto il 18,9% tra il settembre del 2019 e la primavera scorsa, ora Leonardo Del Vecchio si prepara alle prossime mosse. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, un’opzione al vaglio dell’imprenditore e dei suoi consulenti sarebbe quella di arrotondare la quota portandola al di sopra del 20%. Ancora nessuna decisione è stata presa, ma gli approfondimenti sarebbero in corso. Tanto più che, se confermata, la mossa sarebbe impegnativa, visto che per superare il 20% servirebbe un nuovo ok della Bce dopo quello incassato nell’estate del 2020 per oltrepassare il 10%. Nell’ambito di quella istruttoria Delfin era stata qualificata come investitore finanziario, soggetto cioè che, pur prendendo parte alla vita societaria della partecipata, non è interessato a esercitare funzioni di controllo. La holding ha insomma preso le distanze dalla strategia di un fondo attivista, anche se quello dell’influenza dominante rimane un tema controverso. Non solo perché le linee guida europee sull’acquisizione di qualifying holdings lasciano spazio a scelte discrezionali, ma anche perché ogni vicenda fa storia a sé. Quello che si può dire è che sinora in Mediobanca Delfin si è mossa con abilità. Se nell’assemblea 2020 la holding ha appoggiato la lista di Assogestioni come un normale fondo di investimento, nell’assise dello scorso 28 ottobre ha votato a favore di quasi tutti i punti all’ordine del giorno bocciando solo quello sulle politiche di remunerazione. Si vedrà se questa linea sarà confermata anche nei prossimi mesi o se, complice il possibile incremento della quota, vi saranno cambiamenti di rotta. Vero è che per Piazzetta Cuccia non ci sono scadenze significative in vista. La prossima assemblea ordinaria è prevista tra 11 mesi e l’attuale cda resterà in carica fino all’autunno 2023. Le iniziative di Del Vecchio sulla merchant bank milanese (di cui dal febbraio scorso è azionista anche Francesco Gaetano Caltagirone con il 3%) vanno lette però alla luce degli sviluppi della partita Generali. Se al momento le posizioni dei pattisti e di Mediobanca sulla composizione del nuovo cda rimangono lontane, in questi giorni l’attenzione è concentrata su Consob, è chiamata a esprimersi sui quesiti presentati da Caltagirone. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, dalla Commissione presieduta da Paolo Savona potrebbe arrivare un responso di sistema valido per tutte le società che hanno adottato le liste del cda. (riproduzione riservata)
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