Secondo i dati INAIL il settore trasporti è al quarto posto per numero di denunce di malattie professionali
La gestione dei rischi nel settore trasporti e magazzinaggio è quantomai delicata se si considera la varietà di lavori che debbono essere svolti e il fatto che molti lavoratori operano da soli, lontano dalla propria sede e devono far fronte a molti altri pericoli difficili da controllare.
Si lavora spesso in spazi ristretti ed in ambienti con presenza di vapori e fumi. I trasporti vanno effettuati in qualsiasi condizione climatica e bisogna anche considerare poi che la stanchezza è un sintomo comunemente segnalato nel settore.
I dati dell’Inail sulle malattie professionali confermano la pericolosità del settore trasporti collocandolo al quarto posto per numero di denunce dopo il settore manifatturiero, le costruzioni e il commercio.
Le denunce di malattia professionale nel settore trasporti
Nel quinquennio 2016-2020, se si considerano solo i casi cui è stata assegnata la classificazione Ateco, il settore trasporti ha registrato mediamente il 7,7% del totale delle malattie professionali protocollate dall’Istituto, passando da 2.713 casi di inizio periodo (8,2%) a 1.989 casi nel 2020 (7,6%), anno in cui si è registrata una consistente diminuzione del 26,0% rispetto all’anno precedente dovuta principalmente alla chiusura delle attività produttive imposta dai decreti di contenimento del contagio da SARS-CoV-2.
Con riferimento all’anno 2020 e scendendo di dettaglio dal Settore Ateco H alle divisioni che lo compongono, si può notare come le attività legate ai trasporti terrestri continuino ad essere le più rischiose come già avvenuto in passato. Con 1.189 casi, pari al 59,8% del totale di settore, precedono le attività di magazzinaggio con 639 casi (32,1% del totale), i servizi postali con 149 casi (7,5%), il trasporto marittimo ed il trasporto aereo, entrambi con 6 casi protocollati (0,3%).
Sempre nel 2020, analoghe proporzioni si osservano anche per quanto riguarda le malattie
professionali con esito mortale: su un totale di 20 casi del settore H, gruppo delle attività di
magazzinaggio ne registra 12 (60%) seguito dal trasporto terrestre con 7 (35,0%) e dal trasporto aereo con 1 solo caso (5,0%). Per le altre divisioni, invece, non è stato rilevato alcun evento fatale.
La distribuzione territoriale del fenomeno tecnopatico nel settore in esame, presenta una grande concentrazione nelle regioni del Centro. Infatti, solo in questa area sono state rilevate il 37,8% delle protocollazioni. Di gran lunga inferiore la frequenza nelle altre macroregioni: al Sud risultano essersi manifestate il 23,0% delle malattie professionali, nelle Isole il 17,4% e nel Nord-est il 14,3%. Chiude la graduatoria il Nord-ovest con il rimanente 7,5%.
Le patologie più frequenti nel settore trasporti
Analizzando il fenomeno dal punto di vista della codifica ICD-10, le patologie che più
frequentemente colpiscono i lavoratori del settore trasporti sembrano essere dovute principalmente alle attività tipicamente collegabili alla movimentazione di carichi, a sforzi prolungati, posture non corrette o incidenti stradali.
Infatti le dorsopatie, ovvero le malattie riconducibili ad affezioni a carico dell’apparato della colonna vertebrale, rappresentano il 48,3% del totale riferito all’anno 2020. Queste sono seguite dai disturbi dei tessuti molli con il 26,8%, dai disturbi dei nervi con il 7,2% e dalle artropatie con il 4,7%.
Altre patologie, pur incidendo per il rimanente 13,0%, non incidono in modo rilevante se considerate singolarmente.