Il consulente assicurativo rimane una figura importante per gli assicurati francesi, anche tra i più giovani
A due anni dalla prima edizione del suo studio sui francesi e l’assicurazione di domani, Mazars, società con sede a Parigi e specializzata in audit, contabilità e consulenza, pubblica i risultati della nuova edizione della sua survey che evidenzia chiaramente che il 50% dei francesi non può fare a meno di un consulente assicurativo (57% nel 2019). Si tratta di un dato che aumenta parallelamente all’età (53% tra gli over 50), ma che resta significativo anche tra i più giovani (42% dei 35-49 anni).
Se tre quarti dei francesi si considerano ben coperti per tutti i rischi della vita quotidiana, solo il 37% di loro (-4% rispetto al 2019) si considera ben tutelato di fronte ai rischi legati alla privacy e dati digitali. Tanto che il 19% dei francesi sarebbe disposto a investire in via prioritaria per rafforzare la propria tutela in quest’area (24% tra gli over 50).
La fiducia dei francesi nel proprio consulente assicurativo
Inoltre, il 60% degli intervistati ha risposto di aver pienamente fiducia nel proprio consulente assicurativo.
Tuttavia, il cielo si fa meno limpido fra gli assicurati che hanno subito un sinistro. Ben il 54% dei francesi che hanno avuto un sinistro negli ultimi tre anni ritiene di poter fare a meno del consulente assicurativo in agenzia, rispetto al 45% di clienti che non hanno avuto sinistri.
In questo caso, l’età non sembra essere un fattore discriminante: Mazars sottolinea che gli over 65enni sono proporzionalmente più propensi a considerare l’apertura di un sinistro via Internet, rispetto alle persone di età inferiore ai 35 anni (29% per gli over 65, rispetto al 16% degli under 35). Partendo da queste percentuali Pierre de Latude, partner di Mazars, ne deduce che “il valore aggiunto del consulente non è chiaramente percepito dagli assicurati”.
Una situazione che alla lunga potrebbe favorire gli assicuratori online: il 53% degli intervistati afferma che potrebbe sceglierne uno nei prossimi cinque anni e il 22% degli intervistati potrebbe stipulare una polizza assicurativa con un player digitale come Google, Amazon, Facebook o addirittura, per il 22% degli intervistati, un produttore di oggetti connessi.
“È interessante vedere che la crisi ha innescato la consapevolezza della necessità di essere meglio assicurati”, spiega Dan Chelly, partner di Mazars. Questo vale anche per i rischi legati al telelavoro, per i quali il 9% degli intervistati vorrebbe una copertura assicurativa migliore
Infine, i francesi si dicono pronti a condividere i dati personali con il proprio assicuratore se questo consente loro di ottenere più servizi (46% per l’assicurazione sanitaria, 29% per l’HRM e 25% per l’auto). Inoltre, se solo una piccola minoranza degli intervistati (12%) ha già sottoscritto un’assicurazione on demand, il 67% (+ 2 punti rispetto al 2019) si dice pronto a farlo in futuro.