SECONDO L’AD FOTI, SOLO L’INVESTIMENTO AZIONARIO PUÒ MITIGARE L’EFFETTO-INFLAZIONE
di Andrea Cabrini
Nessuna acquisizione in agenda, la prospettiva di un quarto trimestre in ulteriore progressione rispetto al precedente e la promessa di chiudere l’esercizio in corso con numeri record. Con un utile netto a 257,2 milioni di euro e risultati in aumento del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente FinecoBank nei primi nove mesi è riuscita a consolidare il trend di crescita. Ma con il ritorno dell’inflazione lo scenario dei mercati sta cambiando. In questa intervista concessa a ClassCNBC l’ad Alessandro Foti lancia un allarme sulla liquidità accumulata dagli italiani durante la pandemia. «Un grande risparmio che finisce congelato sui conti è patologico e devastante, allora meglio consumare e non risparmiare, almeno si dà un contributo al pil».

Domanda. In Italia l’inflazione è appena sopra il 3%. Perché è così allarmato?

Risposta. Negli ultimi 20 anni l’inflazione è sempre stata molto bassa, per gli investitori sembrava invisibile, ma nel frattempo la perdita cumulata del potere d’acquisto è stata del 35%. È un importo notevole, in un momento di relativa calma dei prezzi. Mentre ora andiamo verso un aumento.

D. Come ci si difende?

R. Non si può lasciare il denaro fermo, a dormire sui conti correnti. Bisogna per forza investirlo. In questo senso l’economia reale è quella che può dare maggiore probabilità di garantire il mantenimento del potere d’acquisto. Investire nel Msci World significa acquistare pezzi di aziende come Nestlé o l’Oréal, che rappresentano consumi nell’economia reale.

D. Però i mercati viaggiano sui massimi storici, mentre la curva dei contagi torna a salire. Non pensa che sia il momento di essere più prudenti sulle Borse?

R. Per noi la via maestra per l’investimento rimangono i mercati azionari. Ma la strategia deve essere di lungo periodo. Non bisogna preoccuparsi del fatto che, poiché i titoli sono saliti, non sia il momento giusto per investire. Bisogna invece preoccuparsi di pianificare. E avere un approccio a lungo termine. Mettendomi nei panni degli investitori, comprendo il cruccio. Mi rendo conto che la volatilità, alla fine, ha un impatto sulla reazione emotiva, mentre su dove andranno i mercati nemmeno noi abbiamo grandi certezze. Ma abbiamo una ricetta.

D. Quale?

R. La strategia del decumulo. Soluzioni che ti permettono di aumentare l’esposizione progressivamente. In questo modo, se dovesse avvenire una correzione, non sarebbe un problema ma un’opportunità, perché gli investimenti successivi partirebbero da condizioni nettamente migliori. Mentre per chi è investito la strategia migliore, se si dispone di un lungo periodo, è rimanere coerenti, senza guardare alle correzioni di breve.

D. Avete chiuso i primi nove mesi dell’anno con risultati record. Ma l’ultimo trimestre è stato il più debole.

R. Siamo come un maratoneta: corriamo sulle lunghe distanze, ma andiamo forte a ogni chilometro. Il terzo trimestre dell’anno è sempre caratterizzato da una certa stagionalità e dopo i mesi estivi la performance è meno robusta. Inoltre abbiamo dovuto fare accantonamenti importanti per il Deposit Guarantee Scheme.

D. L’anno chiuderà in frenata?

R. Tutt’altro. Ci aspettiamo un quarto trimestre commercialmente importante e in crescita, per avviarci a chiudere un altro anno da record. I risultati dei primi nove mesi sono stati caratterizzati da una grande continuità di crescita. E si confrontano con ulteriori dati record del 2020. Ottenuti, per giunta, in un periodo molto complesso. Con questi numeri ci confermiamo un’azienda che fa della continuità, e della gradualità di crescita, una caratteristica importante. Fineco è seduta all’incrocio di tre trend strutturali: la formula innovativa di investimento, la digitalizzazione dei sistemi, e la trasformazione del business bancario in corso. Siamo destinati a trarre grande beneficio da queste tendenze, che sono il cavallo di battaglia del nostro modello di business.

D. Si cresce anche per acquisizioni. Vedete occasioni sul mercato?

R. No. Siamo un’azienda che dà il meglio di sé nella crescita interna. Siamo molto bravi a sviluppare la nostra attività in maniera organica, quindi continueremo in questa direzione. Nei primi nove mesi abbiamo raccolto circa nove miliardi di euro. È l’equivalente di una banca rete di medie dimensioni. Quindi non abbiamo bisogno di fare acquisizioni per crescere.

D. Se non siete cacciatori, potreste essere prede…

R. Siamo una Public Company, quindi – per definizione – contendibile. E siamo sicuramente molto apprezzati. Diciamo che tanti operatori sarebbero contenti di poter sfruttare le nostre capacità, ma al momento non abbiamo ricevuto alcun tipo di proposta.

D. Piazza Affari spicca tra le Borse europee. Dove può arrivare ?

R. Alla fine della Pandemia è emersa una straordinaria opportunità per il Paese. Stavamo correndo il Gran Premio ed eravamo parecchio indietro, quando è entrata una sorta di safety car, dandoci la possibilità di ripartire tutti assieme. Stavolta non rimaniamo staccati. Anzi, anche grazie al contributo dell’Europa sembriamo sorprendentemente in testa. Abbiamo riportato ai box un’auto un po’ ammaccata, e l’abbiamo fatta ripartire con slancio. Anche il mercato sta prendendo atto di questo. L’auspicio è che si possa continuare in questa direzione.

ha collaborato Adolfo Valente
Fonte: logo_mf