Nel 2020, delle 36.969 malattie professionali denunciate nella gestione assicurativa
industria e servizi dell’Inail, circa il 18% (6.616) sono afferenti al settore delle costruzioni
I dati relativi alle malattie professionali 2020 confermano ancora una volta l’alta rischiosità del comparto costruzioni, pur riscontrando nel 2020 una diminuzione del 25,7% rispetto alle 8.902 tecnopatie dell’anno precedente in linea con quanto accade anche
nell’intera gestione industria e servizi (-25,0% sul 2019).
I dati del 2020 sono infatti fortemente influenzati dall’emergenza coronavirus che, con la sospensione temporanea o la chiusura nel corso dell’anno di molte attività economiche, ha ridotto l’esposizione al rischio di contrarre nuove malattie professionali.
Le malattie professionali per provenienza, genere e classe di età
Nel 2020 il 92,5% delle patologie (6.122) nel comparto dell’edilizia ha interessato i lavoratori italiani e il 7,5% gli stranieri (494). Di questi ultimi, circa tre su quattro hanno
riguardato gli extra-comunitari (352), in particolare albanesi (141), svizzeri (44), macedoni (23) e moldavi (22). Tra le restanti 142 malattie protocollate nello stesso anno ai comunitari (con esclusione degli italiani), 82 sono afferenti ai lavoratori romeni e 21 ai francesi.
Il settore è caratterizzato da una forte presenza maschile che si rispecchia anche nelle denunce di tecnopatie e infatti la quasi totalità delle malattie protocollate nel 2020 sono relative alla componente maschile e di queste oltre il 70% (4.647) hanno interessato
lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni e poco più dell’11% (727) gli ultra 65enni,
evidenziando pertanto un’alta quota di malattie tra gli occupati più maturi. Se si considera
anche il luogo di nascita si osserva che gli stranieri di genere maschile sono tendenzialmente più giovani, infatti nel 2020 quelli con meno di 50 anni rappresentano
circa il 39% (contro un sesto per gli italiani) e di questi tre su quattro hanno un’età
compresa tra i 40 e i 49 anni.
Le malattie professionali per regione
Il Centro del Paese è l’area territoriale in cui sono state protocollate circa il 42% delle
malattie di origine professionale (2.758), segue il Mezzogiorno con un terzo delle denunce
(2.190 di cui 1.486 nel Sud e 704 nelle Isole) e il Nord con un quarto (1.668; 1.140 nel
Nord-Est e 528 nel Nord-Ovest). Toscana, Marche e Sardegna sono le regioni in cui si
registrano più denunce (rispettivamente con il 16,6%, 16,3% e 8,6% del totale).
Le tipologie di malattie professionali
Le principali malattie professionali che si manifestano nel settore delle costruzioni sono quelle che interessano il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo (71,6% del
totale), quali discopatie e affezioni di sinoviali, tendini, borse, legamenti e tessuti molli
causate in particolare da movimenti ripetuti degli arti superiori nonché da fasi di
movimentazione manuale, di traino e di spinta di carichi svolte spesso con elevato sforzo
fisico e in condizioni posturali inadeguate. Inoltre, esse vengono talvolta eseguite in
condizioni climatiche sfavorevoli o possono richiedere l’uso di strumenti vibranti come trapani e martelli pneumatici.
I lavoratori più colpiti sono i muratori, i carpentieri, i pavimentisti, i tinteggiatori, gli idraulici e i manovali (63% del totale).
Seguono poi le malattie del sistema nervoso con l’11,0% (soprattutto sindrome del
tunnel carpale e disturbi del plesso lombosacrale) e quelle dell’orecchio (10,7%) quali
ipoacusia da rumore per l’esposizione dei lavoratori edili a rumori dannosi come il martello
pneumatico, le seghe circolari e i compressori. Da evidenziare inoltre che per la presenza
di polveri o sostanze dannose, gli edili sono soggetti anche a malattie dell’apparato
respiratorio, quali la pneumoconiosi da asbesto e da altre polveri anche contenenti silice, le placche pleuriche e la bronchite cronica.