AmTrust presenta i risultati dell’Osservatorio Baby Case 2020 sui sinistri in sala parto negli ospedali italiani: il Nord il più virtuoso, in Centro Italia il maggior numero di casi
Secondo quanto emerge dai risultati della quarta edizione dell’Osservatorio Baby Case di AmTrust, il 2020 riconferma il trend di diminuzione dell’incidenza dei sinistri in sala parto, che rappresentano ad oggi l’1,66% del totale degli eventi denunciati.
In riduzione i sinistri in sala parto in Italia
Negli ospedali italiani, il numero dei cd. Baby Case, ovvero eventi avversi occorsi durante i parti, registra infatti una contrazione rispetto al 2019, assestandosi su 0,60 casi ogni 1000 nascite. Un valore quasi dimezzato in 4 anni, se si considera che nel 2016 i casi raggiungevano l’1,08.
L’analisi è stata condotta su 1200 casi denunciati tra il 2010 e il 2020, accaduti all’interno di 148 ospedali pubblici e 32 strutture private assicurati da AmTrust distribuite sul territorio nazionale. Oltre che per tipologia, frequenza e ampiezza del sinistro, lo studio è stato declinato anche sulla collocazione geografica e sulla tipologia delle strutture sanitarie in esame.
I sinistri in sala parto più numerosi in Italia Centrale
Dall’indagine traspare che le strutture del Centro Italia sono quelle maggiormente coinvolte con circa 1,60 casi denunciati all’anno per singolo ospedale. Si tratta tuttavia di un dato che sta progressivamente migliorando: solo 5 anni fa si toccavano i 2,44 casi.
Nel Nord Italia (l’area più virtuosa a livello aggregato, con 0,35 eventi denunciati), sono gli ospedali pubblici ad essere più virtuosi, mentre le strutture private raggiungono una media di 1,14 casi denunciati per ospedale.
Anche nel Sud Italia si evidenzia un calo significativo rispetto all’anno precedente, con una media di 0,92 casi denunciati per singolo ospedale.
Le tipologie di sinistro
Più in particolare, dal campione analizzato risulta che:
• Il 34% dei casi è costituito da sinistri aperti mentre il restante si suddivide tra senza seguito (48,0%) e chiusi con risarcimento (18%).
• Dei baby case denunciati nel 2020, il 76% fa riferimento a sinistri avvenuti in ospedali pubblici e il 24% in ospedali privati, dato che trova spiegazione nel maggior numero di nascite gestite dalle strutture pubbliche.
• Oltre il 57% dei casi viene denunciato entro 6 anni dalla data dell’evento. Si riconfermano i due picchi di denuncia tra i 4-5 anni del bambino, in corrispondenza dell’età scolare, quando eventuali conseguenze critiche della nascita vengono alla luce, e tra i 9-10 anni per i casi più delicati e complessi.
• I tempi di chiusura delle pratiche vanno progressivamente allungandosi. Oltre il 65% dei fascicoli vengono chiusi entro 3 anni dalla data di denuncia, mentre il 95% è chiuso in 5 anni.
• Anche nel 2020 i policlinici universitari rappresentano le strutture maggiormente interessate, con circa 2,60 baby case denunciati all’anno per singolo ospedale. Seguono poi le strutture di primo livello con 0,81 casi e gli ospedali di secondo livello che si attestano su 0,35. Le strutture universitarie hanno registrato una significativa contrazione di baby case: nel 2018 toccavano i 6,0 casi, nel 2020 sono scesi a 1,5.