Luca Gualtieri
Valutazione del concorrente o endorsement dell’azionista? Si prestano a diverse interpretazioni le parole che ieri pomeriggio Massimo Doris ha speso su un’eventuale acquisizione di Banca Generali da parte di Mediobanca. L’amministratore delegato di Banca Mediolanum è stato stimolato sul tema nel corso della presentazione dei risultati trimestrali, poche settimane dopo le voci intorno a un deal su cui nella city milanese si specula da anni. L’operazione «ha sicuramente senso per il gruppo Mediobanca, che è fortissimo nell’investment banking e nell’erogazione del credito con Compass. Va abbastanza bene con CheBanca nel retail. Avevano preso Esperia, che va su una nicchia di mercato molto alta. E, siccome vogliono svilupparsi nella banca retail andando su clienti affluent, prendere Banca Generali e integrarla con CheBanca ha sicuramente senso», ha puntualizzato Doris. «Non ho la più pallida idea se accadrà o meno o se siano in contatto o no, ma dal punto del piano di business ha sicuramente senso». Pur nella sua prudenza l’endorsement è significativo, visto che con il suo 3,3% la famiglia Doris è tra i soci storici di Piazzetta Cuccia nonché primo azionista dell’accordo di consultazione che ha rimpiazzato il vecchio patto di sindacato. Solidi sono i rapporti con l’amministratore delegato Alberto Nagel che alla fine di ottobre è stato confermato al vertice di Mediobanca per un nuovo mandato triennale. Proprio Nagel in questi anni ha parlato spesso di acquisizioni mirate nelle aree a maggiore redditività e Banca Generali viene vista dal mercato come un candidato naturale per la campagna acquisti. Per la crescita del resto le risorse non mancherebbero visto che, oltre alle munizioni già disponibili, il vertice di Mediobanca si è più volte dichiarato disposto a mettere sul tavolo parte del 12,89% delle Generali. Una strategia che potrebbe piacere anche ad altri soci di Piazzetta Cuccia, a partire da Leonardo Del Vecchio, il quale – si mormora – su Trieste ha progetti assai ambiziosi.
Intanto va segnalato che Mediolanum ha chiuso i nove mesi con un utile netto di 250 milioni, in calo rispetto ai 284,7 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Il totale della masse amministrate ha raggiunto quota 87,5 miliardi, in crescita del 7% rispetto al 30 settembre 2019 e del 3% rispetto al 31 dicembre scorso. (riproduzione riservata)
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