Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il 60% degli assicuratori mondiali teme una performance negativa degli investimenti, anche a causa degli esborsi legati al Covid. ll 62% si dice pronto a dare priorità a polizze specializzate nel rischio pandemico. Quasi il 70% è intenzionato a mettere la tecnologia al primo posto, convinto che stia trasformando l’intera industria assicurativa e la percentuale sale al 78% se si parla di attenzione verso i temi Esg. Mentre le compagnie italiane al centro delle proprie necessità sembrano mettere una diversificazione dei portafogli, con meno Btp, che oggi pesano per oltre 400 miliardi di euro, e più mercati emergenti.
Se la caffettiera scoppia in faccia a una collaboratrice scolastica mentre sta a scuola, il ministero dell’istruzione deve pagarle i danni e l’Inail deve anche indennizzarla. È dovere del dirigente scolastico, infatti, vigilare ed emanare specifiche direttive volte a prevenire il verificarsi di eventi dannosi. E siccome il giudice di merito aveva «ritenuto provato che l’attività pericolosa si svolgeva in modo sistematico all’interno dell’istituto sicché, evidentemente, il datore di lavoro non l’aveva impedita», la Corte di cassazione, con l’ordinanza 23146 del 20 ottobre scorso, ha rigettato il ricorso presentato dal ministero dell’istruzione. Ed ha confermato la validità della sentenza di appello e il diritto al risarcimento in capo alla collaboratrice scolastica.
La pandemia ha impoverito molte centinaia di milioni di persone ma, allo stesso tempo, ha fatto di molto arricchire alcune centinaia di «paperoni» già super ricchi. Secondo lo studio «Riding the storm» (Cavalcando la tempesta) recentemente pubblicato dalla banca svizzera Ubs insieme a Price Waterhouse Coopers, il «consulente contabile» delle grandi multinazionali, la ricchezza di 2.189 persone più ricche al mondo è aumentata dagli 8.000 miliardi di dollari dell’inizio di aprile ai 10.200 miliardi di luglio. In meno di quattro mesi, e nel mezzo dello stravolgimento economico, sociale e sanitaria più grande della storia umana se non si contano le due guerre mondiali, la loro ricchezza è cresciuta di oltre un quarto! Sbalorditivo e allucinante. E’ da notare che il rapporto ha evidenziato che la ricchezza succitata era alla fine del 2017 di 8.900 miliardi di dollari e aveva subito una riduzione significativa nel 2019 e soprattutto nei primi mesi del 2020. Poi la «giostra» è ripartita alla grande a seguito dell’inondazione di liquidità da parte delle banche centrali e dei governi.
- Covid-19, una Pmi su cinque è a forte rischio insolvenza
Un crollo dei ricavi di 16 punti, quasi due milioni di posti di lavoro bruciati, un’azienda su cinque a rischio insolvenza. Che il 2020 per le Pmi italiane non sarebbe stato una passeggiata era chiaro già da qualche mese. L’ipotesi di una ripresa a “V” è però ora tornata in discussione e le ultime stime di Cerved group (rapporto Pmi Osservitalia, diffuso oggi) provano a valutare l’impatto di un nuovo lockdown produttivo sul sistema delle piccole e medie imprese. Chiusura produttiva generalizzata che tuttavia pare ancora lo scenario meno probabile, rendendo più realistico un quadro di base sempre complesso ma comunque meno drammatico.
- Vendite di auto, il rimbalzo è già finito: -0,2% a ottobre
Il mercato dell’auto fa fatica a ripartire, complice il periodo difficile innescato dall’allarme sanitario e le incognite sui prossimi mesi. Dopo il rimbalzo di agosto e il risultato positivo di settembre (+9,5%), a ottobre le immatricolazioni sono 156.978, lo -0,18% rispetto a un anno fa. Si tratta di un risultato sostenuto dall’onda lunga del piano incentivi varato dal Governo in estate ma le prospettive degli operatori sono negative per gli ultimi mesi dell’anno. Da gennaio il calo delle vendite sul mercato italiano è pari al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019, una situazione destinata a variare di poco da qui a dicembre. Per la stragrande maggioranza degli operatori le risorse destinate a sostenere la domanda di mercato sono risultate inadeguate.
- Risparmio gestito, anche nell’era del Covid l’Italia resta la più cara
L’estate «calda» dei listini azionari ha permesso di dimezzare le perdite registrate fino a quel momento dai prodotti di risparmio proposti agli investitori dalle principali società di gestione attive in Europa, ma ha anche in gran parte eroso il vantaggio che avevano avuto, in termini di performance, gli operatori del nostro Paese in questo 2020 dall’andamento così altalenante. Il bilancio emerge dal consueto rapporto trimestrale elaborato dal centro studi di Tosetti Value – uno dei principali Multi-Family office in Europa – che passa in rassegna le performance (e anche i costi) di tutti i prodotti Ucits distribuiti in almeno un Paese europeo, classificati long-term fund, attivi e passivi (con esclusione degli Etf), gestiti dalle prime 250 società per attivi.
- Si aprono i giochi per la vendita di Aviva France
Nuovo accordo per la vendita di Aviva France. Il periodo di discussioni “privilegiate” avviate dalla casa madre britannica con il tandem formato dall’assicuratore tedesco Allianz e Athora, legato al fondo americano Apollo, è scaduto alla fine di ottobre senza che le parti interessate siano riuscite a raggiungere un accordo, secondo diverse fonti. Questo apre il gioco ad altri candidati a partire dal mutualista francese Macif e il duo costituito dall’assicuratore italiano Generali con il fondo di investimento CVC. Tanti acquirenti che
dovranno rispondere alle domande sul futuro del portafoglio delle assicurazioni sulla vita di Afer, la potente associazione di 760.000 risparmiatori, partner di lunga data di Aviva.
- Cesura nelle assicurazioni vita: cosa significa per gli assicurati la fine della garanzia del capitale
Le classiche assicurazioni sulla vita con garanzia annuale del capitale non hanno probabilmente più molto futuro nel settore assicurativo. Guido Bader, Presidente dell’Associazione tedesca degli attuari, si aspetta che “le classiche politizze con garanzie annuali fino alla fine del prossimo anno diventino un prodotto di nicchia per i nuovi contratti”. È quindi la fine di un’era: l’allontanamento da una componente fissa di un’assicurazione sulla vita classica che esiste da decenni – il pagamento garantito del 100 per cento dei premi pagati dall’assicurato. A partire dal prossimo anno, il leader Allianz Leben abbandonerà in gran parte la garanzia al 100% nella previdenza privata. Dall’inizio del 2021, l’assicuratore vita vuole offrire una garanzia standard di almeno il 90% dei premi pagati, invece del precedente 100%, solo per i nuovi contratti del suo prodotto di previdenza centrale “Perspektive”. In cambio, gli assicurati dovrebbero poter sperare in un rendimento più elevato. Per molti tedeschi, però, questo è un territorio inesplorato: circa il 30% dei tedeschi chiede ancora una polizza con una garanzia classica quando stipula nuove polizze.
- “Un rischio sistemico” – Allianz Re chiede iniziative congiunte contro il cambiamento climatico
La crisi Covid-19 è attualmente il tema dominante anche nel settore assicurativo. La pandemia sta causando perdite per miliardi: i calcoli di importanti banche come Barclays, Bank of America, Goldman Sachs e Berenberg hanno recentemente rivelato perdite tra i 30 e i 107 miliardi di dollari solo per le assicurazioni immobiliari. In Allianz Re, la controllata di Allianz Re, l’amministratore delegato Amer Ahmed mette tuttavia in guardia dal perdere di vista i pericoli del cambiamento climatico in questo contesto. Dice: “Qui vediamo un effetto crescente che ci occuperà per molti anni a venire. La pandemia, invece, è molto presente in questo momento, con il peggioramento della situazione in tutto il mondo.