di Luisa Leone
L’idea è pensare alle sofferenze anche dal punto di vista del debitore. La proposta è in due emendamenti alla Legge di Bilancio presentati ieri da Carla Ruocco (M5S), presidente della commissione banche, che hanno trovato la convergenza dei due vicepresidenti: il senatore Pd Mauro Laus e il deputato di Forza Italia Felice D’Ettore. Il primo emendamento mira a permettere ai debitori di estinguere le obbligazioni verso gli istituti di credito categorizzate come npl pagando un prezzo più basso rispetto a quello del debito originario e pari al valore netto di iscrizione in bilancio della banca maggiorato del 20% della differenza tra il valore iniziale del credito e quello svalutato. Il tutto dovrebbe avvenire però con un accordo transattivo volontario tra le parti. La misura di rimborso specificata nell’emendamento viene indicata come un valore «ragionevole» e qualora la banca non volesse accettare l’accordo su tali basi dovrebbe motivarne le ragioni.
Lo stesso meccanismo funzionerebbe qualora il credito in sofferenza fosse ceduto a un intermediario specializzato nell’acquisto di posizioni deteriorate e passerebbe sempre per un accordo transattivo volontario. In questo caso però il prezzo sarebbe pari a quello di cessione da parte dell’istituto di credito più il 20% del differenziale tra net book value e prezzo di cessione. In entrambi i casi per limitare il possibile moral hazard si prevede che l’opzione sia esercitabile solo per le posizioni iscritte a sofferenza entro il 30 giugno 2021. Una data non casuale, visto che è questo, almeno al momento, il termine previsto dalla Legge di Bilancio per lo stop alle moratorie sui crediti e alle garanzie statali sulla liquidità. Che dopo quella data possa crearsi uno tsunami di nuove sofferenze è un allarme lanciato già da più osservatori e la proposta Ruocco vorrebbe proprio costituire una via d’uscita valida per famiglie e imprese in difficoltà.
Tornando all’emendamento, se il limite per considerare una posizione in sofferenza come transabile è quello del 30 giugno 2021, si prevedono poi 18 mesi per portare a termine l’accordo transattivo volontario, che dovrebbe dunque essere firmato dalle parti entro la fine del 2022. I debitori dovrebbero però rimborsare quanto dovuto in un’unica soluzione o dilazionare i pagamenti al massimo in due anni. Questa previsione di fatto limita la platea delle aziende che potrebbero sfruttare la norma a quelle in grado di ottenere nuova finanza per estinguere il debito scaduto o comunque in grado di reperire la liquidità necessaria.
Senza limiti temporali è invece la proposta contenuta nel secondo emendamento, che riguarda i crediti deteriorati assistiti da garanzie immobiliari. In questo caso la soluzione prevede la vendita dell’asset in garanzia ad appositi fondi di investimento alternavi (Fia) a un prezzo definito attraverso una perizia di asta. A vendere sarebbe il debitore e poi il fondo estinguerebbe contestualmente il debito presso la banca, cancellando tutte le garanzie rilasciate. Questi Fia però dovrebbero garantire condizioni particolarmente favorevoli al debitore: lasciare in affitto l’immobile all’ex proprietario a un canone agevolato (intorno al 30% della rata di muto) con la possibilità per quest’ultimo di riacquistarlo entro dieci anni a un prezzo pari al valore di acquisto da parte del Fia. Per rendere la proposta attraente agli occhi degli investitori l’emendamento prevede una tassazione di scopo per i fondi che accettino questa formula, con rendimenti esentasse e anche una fiscalità agevolata per gli immobili che entrerebbero nel fondo, i quali manterrebbero la stessa tassazione che avevano originariamente. Per esempio, quelle che erano prime case assiste da mutuo non regolarmente onorato manterrebbero l’esenzione dall’Imu e le altre agevolazioni.
Sicuramente si tratterebbe di una rivoluzione copernicana per il mondo degli npl, ma bisogna vedere se la proposta, che in Parlamento sembra poter avere un sostegno trasversale, passerà il vaglio del governo. Il termine per il deposito degli emendamenti alla legge di Bilancio è domani, quindi il destino del pacchetto Ruocco si conoscerà a breve. (riproduzione riservata)
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