di Anna Messia
Commentando con MF-Milano Finanza i risultati raggiunti nei nove mesi da FinecoBank Alessandro Foti mette da parte un po’ della consueta prudenza e si dice convito che l’istituto da lui guidato «chiuderà il 2020 con risultati in forte crescita rispetto all’anno scorso». Del resto i numeri presentati ieri al mercato lasciano poco spazio all’immaginazione: solo a ottobre la raccolta netta di Fineco è stata di 739 milioni di euro, in crescita del 91% rispetto allo stesso mese del 2019, portando il risultato da inizio anno a 7,1 miliardi, in aumento del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «I numeri hanno sorpreso anche me», ammette Foti, il quale riconosce che i risultati raggiunti dalla banca sono il frutto di trend strutturali che premiano società come Fineco. «Da una parte c’è la sempre maggiore consapevolezza dei risparmiatori dell’importanza di farsi consigliare da un consulente preparato. Dall’altra c’è l’uso sempre più diffuso del digitale, cui si aggiungono le difficoltà delle banche tradizionali di rispondere a questi bisogni», dice sottolineando che in questi mesi a questi fenomeni si è sommato l’aumento del tasso di risparmio tra gli italiani indotto dalle incertezze determinate dalla pandemia e dalle attività chiuse per il lockdown. Un mix che ha fatto lievitare i risultati di Fineco oltre le attese, con ricavi arrivati nei primi nove mesi a 594,2 milioni, in aumento dei 21,5% rispetto allo stesso periodo 2019, trainati principalmente dal Brokerage (+83,8%) e dall’area Investing (+5,7%) grazie al contributo di Fineco Asset Management e alla maggiore incidenza dei guided products and services. Mentre l’utile netto è stato 246,3 milioni, in aumento del 22,7% sul 2019, quando, su invito delle autorità bancarie erano stati congelati dividendi per oltre 195 milioni. «Le previsioni per la fine dell’anno restano positive», sottolinea Foti, che ricorda come l’attività di Fineco sia diversificata (apprezzata anche da S&P, che ha alzato l’outlook a stabile), in grado di affrontare mercati volatili, con il brokerage che crescere quando le borse si fanno ballerine. «In quest’ultimo ambito stiamo potenziando l’offerta, mentre la nostra società di asset management irlandese rilascia in continuo nuove soluzioni di investimento per adattarsi ai mercati», conclude Foti, che riguardo al Regno Unito annuncia la distribuzione di prodotti d’investimento, come prodotti simili a Pir e fondi pensione. «In Uk contiamo di raggiungere il break even operativo nel primo semestre 2021. Considereremo la branch strutturata quando avremo raggiunto 30-35 mila clienti di qualità. Poi potremo guardare ad altri Paese dove esportare il nostro modello, per esempio in Francia o Germania. Ma faremo un passo alla volta». (riproduzione riservata)
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