di Paola Valentini
Ottobre positivo per la raccolta del risparmio gestito anche se in frenata rispetto a settembre per via dell’andamento incerto dei listini nel mese a causa della seconda ondata dell’epidemia e delle incognite legate agli esiti delle elezioni americane, una combinazione di fattori che ha iniziato a dissolversi nei mercati finanziari soltanto a inizio novembre con l’annuncio dei risultati incoraggianti nei vaccini allo studio e l’elezione di Joe Biden.
In base ai dati della mappa mensile di Assogestioni, i flussi di ottobre sono stati pari a 2,95 miliardi di euro, dai 4,064 miliardi del mese precedente per un totale da inizio 2020 di 17,32 miliardi. Di questi 2,19 miliardi sono andati sui fondi aperti (2,71 miliardi a settembre, 14,56 miliardi da inizio anno), 208 milioni nei chiusi (285 milioni a settembre e 3,49 miliardi da gennaio), 553 milioni nelle gestioni di portafoglio (1,06 miliardi a settembre ma ancora in rosso nei dieci mesi, -732 milioni).
Il patrimonio è sceso leggermente a fine mese toccando i 2.334 miliardi, dai 2.335 miliardi di settembre, il massimo storico, di cui 1.072,3 miliardi nei fondi aperti, 64,45 miliardi nei chiusi e 1.197,6 miliardi nelle gestioni di portafoglio.
Quanto alle singole categorie di fondi aperti sul podio nel mese ci sono i bilanciati con una raccolta netta di 4,52 miliardi dagli 886 milioni di settembre e con 7,5 miliardi da gennaio, seguono gli obbligazionari che con 1,39 miliardi rialzano la testa rispetto a settembre (-13 milioni) e segnano 3,65 miliardi nei dieci mesi. Il saldo degli azionari resta positivo ma si ferma a 349 milioni dopo gli 1,75 miliardi di settembre (8,81 miliardi da gennaio). A penalizzare questo mese i prodotti equity è stata evidentemente la correzione dei listini che ha spinto i sottoscrittori fuori dalle borse. Restano in rosso invece i flessibili con -1,91 miliardi, in linea con settembre (1,97 miliardi, pari a -15,85 miliardi da gennaio) perché in questa fase i risparmiatori preferiscono fare scelte nette piuttosto che dare carta bianca al gestore di spaziare tra le varie asset class. Anche per i fondi monetari il mese si chiude in passivo (-2,13 miliardi dopo il dato positivo di settembre, 2,07 miliardi), ma nei dieci mesi restano in attivo per 10,79 miliardi.
Sul fronte della nazionalità dei fondi, i comparti di diritto italiano registrano una raccolta netta negativa per 1,11 miliardi (come a settembre, -1,19 miliardi) e gli esteri positiva per 3,30 miliardi (sulla scia dei 3,90 miliardi del mese precedente). Anche da inizio anno i fondi italiani sono in rosso (-6,24 miliardi) mentre tra gli esteri prevalgono le sottoscrizioni (20,80 miliardi). La classifica della raccolta netta per gruppo vede al primo posto Schroders con 4,31 miliardi tutti riferiti ai fondi aperti, segue Intesa Sanpaolo con flussi per 1,38 miliardi, di cui 953 milioni relativi a Eurizon Capital e 202 milioni a Fideuram, terza è Axa Im con 471 milioni e quarte le Poste con 366 milioni. Tra i big in rosso Generali (-1,93 miliardi), la quale precisa che il risultato è dovuto principalmente a deflussi sui fondi monetari all’interno dei mandati assicurativi in gestione, poi Anima (-734 milioni) e Bnp Paribas (-473 milioni) e deboli i dati di Amundi (83 milioni), Mediolanum (-2,3 milioni), Allianz (-26,4 milioni), Morgan Stanley (+36 milioni) e Jp Morgan Am (+1,3 milioni). Si segnalano anche i risultati negativi di M&G (-557 milioni) e Franklin Templeton (-192 milioni). (riproduzione riservata)
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