Nella 2^ edizione del Festival delle Assicurazioni, che prende il via ONLINE oggi 17 fino al 19 novembre, troverà spazio anche un interessante approfondimento dedicato alle fake news e al ruolo dell‘intelligenza artificiale. Il panel “SOCIAL NETWORK, FAKE NEWS E COMPAGNIE DI ASSICURAZIONI. L’impatto sulla reputazione di persone e brand. Il ruolo dell’intelligenza artificiale..” si terrà domani 18 novembre alle ore 17.00.
Sara Tortelli, ci ha già raccontato in una intervista, quali siano gli errori di comunicazione più frequenti sui social media da parte delle compagnie di assicurazione e sulle possibili ricadute in termini di immagine.
Ora, il secondo relatore, Nicolò Annino ci racconta più da vicino dal punto di vista tecnico il fenomeno delle fake news.
Cosa sono esattamente le fake news?
Dal punto di vista computazionale le fake news rappresentano un problema di difficile soluzione. Gli algoritmi tradizionali, quelli per intenderci basati su regole tipo “se si verifica questa condizione allora attua questa azione”, non sono più adeguati. Un algoritmo tradizionale potrebbe ad esempio stabilire se è vero che un cucchiaino di materia estratta da una stella di neutroni possegga un peso paragonabile a quello del duomo di Milano, ma non potrebbe essere efficacie nel discriminare se la notizia “Le mosche possono diffondere l’infezione da coronavirus” sia vera o falsa.
Per far ciò serve un paradigma completamente nuovo nel quale non è più l’uomo a programmare gli algoritmi con regole ed azioni, come avveniva fino a pochi anni fa, ma sono gli algoritmi inventati dall’uomo che hanno la capacità di osservare, apprendere e quindi discernere.
Come si può distinguere quindi una notizia fake da una vera?
Discriminare una notizia falsa è una attività impegnativa anche per l’essere umano, perché richiede tempo e ricerca. Gli algoritmi hanno il vantaggio di essere molto veloci e dispongono di moltissimi dati, ma devono possedere anche altre qualità sorprendenti per ottenere lo scopo prefissato. Basti pensare, ad esempio, che una fake news non è mai totalmente fake, ma basata su un background di verità che rende la notizia credibile. Alcuni tipi di notizie fuorvianti si basano solo sulla enfatizzazione di fatti veri ma irrilevanti che generano stupore, rabbia o disappunto.
Nel 2016 un migliaio di troll russi hanno generato centinaia di migliaia di fake news durante la campagna elettorale americana. Le stesse elezioni americane e quelle per il referendum britannico della brexit sono state parzialmente alterate , come è stato dimostrato, dalla società Cambridge Analytica che ha influenzato malevolmente le opinioni di una parte consistente dell’elettorato. Dopo questi fatti il problema delle informazioni false e fuorvianti è diventato una priorità evidente. Ancor più lo è in periodo pandemico con il dilagare della disinformazione complottista.
Il problema è diventato talmente rilevante da mettere in dubbio la tenuta dei sistemi democratici e dei mercati economici.
Tra i settori potenzialmente più esposti al problema delle fake news c’è quello assicurativo. Qualche esempio?
Basti pensare alle assicurazioni sulla vita ed al rischio cui si espongono le crescenti fronde di negazionisti del covid-19 non adottando alcuna precauzione per prevenire il contagio. Molti settori scientifici in ambito Computer and Data Science in collaborazione con linguisti, psicologi, sociologi ed altri scienziati, da almeno quattro anni sono in fermento per trovare soluzioni per arginare il fenomeno.
Quali sono i processi cognitivi che portano gli esseri umani a credere ad una notizia falsa e perché si rendono parte attiva nella sua propagazione? Qual è l’impatto delle fake news sugli algoritmi che ogni giorno regolano le scelte del mercato finanziario planetario?
Nel corso della tavola rotonda cercheremo di comprendere come l’intelligenza artificiale svolga, ora ed ancor più nel futuro, un ruolo fondamentale non solo nel contrasto alla diffusione delle notizie false, ma anche, purtroppo, nel potenziare le tecniche malevoli di diffusione e di generazione di contenuti ingannevoli.
Scopriremo quindi di quali nuovi strumenti disporremo per difendere le società moderne e quali nuove potenziali minacce si stanno per palesare, alle quali non dobbiamo farci trovare impreparati.