Un bilancio previsionale di resistenza per l’Eppi, la Cassa di previdenza dei periti Industriali, con un avanzo per il 2021 stimato a 30,6 milioni di euro e 6,7 milioni destinati a concreti aiuti per i professionisti iscritti e le loro famiglie. Somma quest’ultima che sarà caricata alla voce «assistenza» del rendiconto dell’anno venturo, e tripartita a favore di: contributi e sussidi previsti dai regolamenti assistenziali interni per oltre 2 milioni di euro; polizze assicurative collettive a tutela della salute per oltre 1,2 milioni di euro; ulteriori misure ed interventi straordinari a sostegno della professione, coperti da ben 3,5 milioni di euro, e destinati a finanziare provvedimenti che, a seguito di autorizzazione ministeriale, potranno aiutare gli iscritti sostenendo la professione, il reddito e la salute.

Questa la prima direttrice della prossima azione amministrativa e di indirizzo politico dell’Ente, come annunciato nel bilancio di previsione 2021, prima approvato dal Consiglio di amministrazione, poi dal Consiglio di indirizzo generale il 25 novembre scorso.

La seconda principale direttrice è invece riferita alle pensioni degli iscritti. L’attuale crisi sanitaria e i negativi effetti economici e finanziari globali hanno determinato altissimi livelli di contrazione del prodotto interno lordo a livello mondiale e locale. Attesa l’imprevedibilità e l’incertezza con cui continuano a muoversi i mercati, si stima che il Pil italiano nel 2020 registrerà circa un -12%, il che inciderà sul tasso di rivalutazione di legge dei montanti contributivi. Tenendo conto di tale variazione negativa, ci si attende un tasso di «rivalutazione» negativo oltre il punto percentuale, quindi si dovrebbero svalutare i montanti previdenziali dei professionisti periti industriali di oltre 11 milioni di euro. Ecco perché gli organi dell’Eppi hanno ritenuto necessario salvaguardare la tutela previdenziale degli iscritti, senza ridurre i montanti previdenziali e finanziando le future pensioni per oltre 11 milioni di euro.

Il combinato disposto di questi interventi sfiora i 18 milioni di euro complessivi, e concretizzano un’importante immissione di risorse per mitigare almeno in parte gli effetti della pandemia. Un risultato ancor più apprezzabile se si tiene conto della prudente e contenuta stima di rendimento del patrimonio finanziario di circa 14 milioni di euro, pari al tasso lordo dell’1% del capitale medio investito.

Queste le linee generali individuate dall’Eppi per rispondere con lungimiranza a un momento di particolare crisi e disorientamento. Il dovere di individuare misure e strumenti che tengano in debito conto lo scopo primario dell’Ente, la tutela e la sostenibilità delle prestazioni previdenziali nel lungo periodo, è il presupposto per perseguire le finalità costituzionali a cui è chiamata.

«In questo particolare contesto», sottoscrive il Presidente dell’Eppi Valerio Bignami in apertura di fascicolo di Bilancio, «tutti gli apparati dello Stato dovrebbero responsabilmente collaborare facendo diligentemente la propria parte, riducendo il carico fiscale nei confronti degli enti e delle prestazioni che essi erogano, semplificando le procedure che sottraggono tempo e risorse economiche, riducendo i tempi di valutazione e approvazione degli atti amministrativi sottoposti al loro vaglio, incentivando politiche comuni a sostegno degli adempimenti contributivi, avendo una visione di lungo periodo piuttosto che del mero ed immediato pareggio del Bilancio. Siamo in un periodo di grave emergenza che necessita di un’immediata e robusta terapia d’urto coordinata dallo Stato, proprio per garantire uniformità ed universalità degli interventi».

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