di Anna Messia
Il risultato operativo è in crescita e anche l’obiettivo di fine anno, compreso tra 350 e 375 milioni, rimane invariato, ma svalutazioni per 61 milioni hanno pesato sul risultato netto di Cattolica Assicurazioni. Mentre l’iniezione di capitale di Generali ha messo in sicurezza Solvency II al 205%. La compagnia assicurativa presieduta da Paolo Bedoni ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un risultato netto di 42 milioni, in calo del 50,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «L’utile netto di gruppo risulta in flessione rispetto all’anno precedente soprattutto a causa dell’impairment sul goodwill rilevato nel primo semestre (-61 milioni)», hanno fatto sapere da Verona, sottolineando allo stesso tempo che «anche se in un contesto complicato dalla crisi provocata dalla pandemia, il gruppo ha registrato un risultato operativo in miglioramento a 297 milioni (+37,5%)», tanto che la compagnia ha deciso di tenere ferme le previsioni di chiusura 2020 già comunicate al mercato. Frena invece la raccolta premi complessiva del lavoro, calata del 17,3% a 4,1 miliardi, prevalentemente a seguito del periodo di lockdown. A rallentare è stato in particolare il ramo vita, con la raccolta in flessione del 24% a 2,6 miliardi. Mentre il ramo danni ha accusato una riduzione del 2,6% a 1,48 miliardi. Nello stesso periodo il Solvency II si è attestato a 161%, ma includendo anche l’effetto dell’aumento di capitale di 300 milioni di fine ottobre riservato alle Generali, azionista con il 24,4%, l’indice di solvibilità sale al 205%. Ieri è stato il primo consiglio di amministrazione con in nuovo assetto che prevede la presenza di 3 dei 17 membri espressione della compagnia triestina, con l’ingresso di Stefano Gentili, (a lungo responsabile distribuzione di Generali Italia e oggi senior advisor del ceo Marco Sesana), Roberto Lancellotti (ex McKinsey) e Elena Vasco, segretario generale della Camera di commercio di Milano. «A fine ottobre è stato eseguito l’aumento di capitale da 300 milioni riservato a Generali, passo fondamentale per l’avvio della partnership con il gruppo che ci permetterà di generare nel tempo ulteriore valore per i nostri stakeholder», ha sottolineato ieri Atanasio Pantarrotas, vicedirettore generale e chief financial officer del gruppo. Dopo il via libera di Consob al prospetto (atteso a giorni) partirà la seconda tranche di aumento di capitale da 200 milioni, per arrivare ai 500 milioni chiesti dall’Ivass. Il tutto si dovrebbe chiudere entro i primi giorni di dicembre e per Generali potrebbe essere l’occasione di arrotondare la quota in Cattolica, oggi al 24,4%. Sull’eventuale crescita del Leone nel capitale pesano anche gli accordi bancassicurativi di Cattolica con Banco Bpm che potrebbero penalizzare Verona se Generali decidesse di prenderne il controllo (si veda MF-Milano Finanza di sabato 7 novembre). Intanto, stamattina Pantarrotas illustrerà i risultati agli analisti. (riproduzione riservata)
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