Al Festival delle Assicurazioni organizzato da Assinews e Class Editori è stato presentato il sondaggio condotto su un campione di intermediari per rilevare come abbiano affrontato l’impatto con il coronavirus. E di come siano riusciti a mantenere, comunque, i rapporti con la clientela durante i mesi del primo lockdown, organizzandosi per lavorare in remoto, non potendo contare sul contatto ad personam.
“Sembra paradossale affermarlo, ma è innegabile che la pandemia abbia dato una spallata rilevante – ha detto Luigi Viganotti, presidente dell’ Associazione di Categoria Brokers –ACB – all’accelerazione dell’affermarsi della “digitalizzazione” .Da anni ritenuta la panacea capace di agevolare il nostro lavoro sia nei rapporti/collegamenti con le compagnie che con la clientela.
Con l’incombere della pandemia siamo stati costretti ad attrezzarci a lavorare “mantenendo le distanze”, ricorrendo allo smartworking e utilizzando, nei rapporti con i clienti, soprattutto internet e whatsapp. E direi che in questo modo – facendo di necessità virtù – ci si è abituati a utilizzare gli strumenti del digitale. Anche la clientela ha recepito.
Logico che come ACB ci siamo premurati di fornire ai nostri associati, attraverso la scuola “l’Officina del Sapere” una serie di strumenti e di riferimenti utili ad affrontare un futuro che imporrà un cambiamento di mentalità .
I broker erano già abituati a lavorare a distanza, con l’utilizzo di piattaforme digitali, il cui ricorso – di fronte alla contingenza del lockdown – è stato ampliato.
Certo è che – comunque – comunicare con il cliente a distanza, attraverso uno strumento tecnologico, non consente di trasferire l’empatia che si realizza con il contatto diretto.
La comunicazione a distanza necessita comunque di una specifica attrezzatura e organizzazione che i piccoli e medi broker fanno fatica a impiantare.
Tornando al cambio di mentalità, mi piace sottolineare come le nuove regole della direttiva europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (IDD ) siano una opportunità. E gli strumenti digitali saranno determinanti nell’ampliare la sfera dei rapporti e a affermare al più alto grado il valore della consulenza fornita dal broker.
Mi piace auspicare che la consistenze riduzione dei sinistri porterà le compagnie a investire nel potenziamento dei servizi a favore della clientela. Ne deriverebbe un indubbio vantaggio in termini di immagine dell’intero sistema assicurativo.
Come ACB ci siamo muovendo a livello ministeriale per fare in modo che anche i broker possano beneficiare di finanziamenti agevolati per compensare i gravi disagi economici determinati dal periodo del lockdown.
Circa quale sarà il futuro prossimo, occorrerà verificare se i conti economici dei broker terranno, considerato che la crisi che ha colpito moltissime attività imprenditoriali indurranno a una contrazione dei premi, in conseguenza della riduzione delle risorse investite in coperture assicurative.
Come ACB siamo al fianco dei nostri associati per assisterli nel miglioramento del loro ruolo consulenziale, facendo leva sulla già citata nostra “Officina del Sapere” attrezzata anche a sovvenire nell’epoca dell’irrompere del digitale.”