di Valerio Testi
Conti record ed exploit in borsa per Banca Mediolanum, che sui nove mesi ha ottenuto un utile consolidato di 284,8 milioni, in crescita del 5%. Il margine operativo ha raggiunto quota 328 milioni, +49%, e in particolare le commissioni nette sono salite a 612 milioni, +26%, mentre il margine da interessi aumenta del 29% a 176 milioni e riflette il significativo incremento degli impieghi alla clientela retail e il risultato delle attività di tesoreria. Le spese generali e amministrative sono state contenute a un livello appena superiore allo scorso anno (+1% a 396,5 milioni). Il totale delle masse gestite e amministrate ha toccato il record di 81,91 miliardi, +11%, grazie alla raccolta netta e al recupero dei mercati verificatosi durante l’anno. La raccolta netta totale è ammontata a 2,584 miliardi, quella gestita ha raggiunto 2,22 miliardi. Il Common Equity Tier 1 ratio al 30 settembre era del 18,8%, uno dei più alti tra i gruppi bancari italiani. Gli impieghi alla clientela retail sul mercato italiano hanno raggiunto quota 9,386 miliardi, +16% (1,3 miliardi in più). Molto ridotta l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale crediti, attestata allo 0,7%. Il gruppo guidato da Massimo Doris ha deciso di distribuire un acconto di dividendo di 0,21 euro ad azione con stacco il 18 novembre. Il titolo ha reagito con molto vigore e ha chiuso la seduta con un rialzo del 5,9% a 8,26 euro, al massimo da oltre quattro anni. Nel frattempo il fondatore e presidente Ennio Doris, azionista storico di Mediobanca e per lungo tempo membro del cda, si è detto non stupito dell’uscita di Unicredit dal capitale, dicendo che «il risultato è che ora Mediobanca sarà ancora di più una public company». Quanto a Generali ha detto che «in questo momento sono al sicuro: «Un grande player internazionale che avesse la forza di acquisire Mediobanca prenderebbe anche il 13% di Generali. Ma insieme ci sono tre famiglie italiane che insieme hanno il 14%». (riproduzione riservata)
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