Parla Liverani, ad Generali Deutschland: chiuso il riassetto, è ora di comprare
La compagnia mette nel mirino portafogli rischio e malattia, ma anche vita a basso assorbimento di capitale. Mentre accelera sul dividendo, che già quest’anno potrebbe toccare quota 500 milioni
di Anna Messia
Avrà il cervello in Germania la nuova startup Arte Generali con cui il gruppo assicurativo triestino vuole crescere rapidamente nel mercato delle polizze per l’arte. E non è un caso, spiega Giovanni Liverani, che dal 2015 guida Generali Deutschland, nell’intervista rilasciata a MF-Milano Finanza a margine dell’evento di presentazione tenutosi martedì a Milano. La newco dell’arte punterà forte sulla tecnologia e la Germania, che nel frattempo ha chiuso il maxi riassetto, vuole fare da apripista nell’innovazione. L’ultima riorganizzazione Liverani l’ha firmata a ottobre. Le attività danni della rete distributiva sono state riunificate in un unico marchio: Generali . Solo l’ultimo di una serie di tasselli grazie ai quali, dal 2015 ad oggi il risparmio è stato di oltre 300 milioni. Un lavoro che è stato apprezzato dal mercato tanto che Liverani è stato premiato tra i migliori 100 ceo della Germania, piazzandosi al 56 esimo posto, unico italiano. Ma è solo l’inizio. Resta alta l’attenzione al dividendo, che secondo gli analisti del settore quest’anno raggiungerà quota 500 milioni. La compagnia è pronta a chiudere acquisizioni, dice Liverani, guardando «a portafogli danni ma pure a quelli vita, purché siano a basso assorbimento di capitale, oltre che ad asset diversi dal settore assicurativo ma utili comunque a creare sinergie».
Domanda. La Germania è il secondo Paese di riferimento per Generali , dopo l’Italia, con circa 14 miliardi di premi, ma la distanza da Allianz è ancora ampia. Cosa ridurla?
Risposta. Il nostro obiettivo è la profittabilità. Abbiamo raggiunto una redditività sul capitale investito tra le più elevate del mercato che punta 20% e vogliamo aumentarlo. Abbiamo dimostrato di saper crescere anche con tassi d’interesse negativi. Nessuno quattro anni fa avrebbe scommesso un centesimo sul successo del riassetto. Assieme al group ceo, Philippe Donnet abbiamo messo a posto la distribuzione con i nostri agenti che sono confluiti in Dvag. Una potenza di fuoco, controllata dalla famiglia Pohl di cui noi deteniamo il 40% con quasi 40 mila consulenti e agenti assicurativi. Poi ci siamo liberati del buco nero delle polizze Vita tradizionali di Generali Leben.
D. Un’operazione di cui Generali coglierà i frutti quest’anno. Il mercato si aspetta dalla Germania un cedola di 500 milioni più 1 miliardo di dividendo per Leben. Ce la farete?
R. Non commento le previsioni ma l’impegno è alto. Tre-quattro anni fa eravamo su 300 milioni e sono molto fiducioso che la ristrutturazione conclusa porterà frutti. Per quando riguarda Leben siamo riusciti a chiudere l’operazione prima che i tassi diventassero negativi. Abbiamo incassato 1 miliardo più il ripagamento dei debiti eliminando una grande fonte di rischio per il gruppo. Ora vogliamo crescere
D. Che traguardi avete?
R. A dicembre approveremo il nuovo budget a 3 anni e vogliamo spingere la macchina alla massima potenza. Vogliamo essere i primi in Germania per crescita profittevole, guardando la sostenibilità ambientale, ma anche i frontrunner per l’innovazione. Non a caso Arte Generali , parte dalla Germania con prodotti smart, come abbiamo già fatto con Vitality, Domocity e Mobility. Ma se vogliamo essere i primi in Germania oltre che alla crescita organica dobbiamo valutare acquisizioni.
D. Cosa state valutando?
R. Portafogli danni e vita purché a basso assorbimento come nelle polizze rischio e malattia e asset diversi per creare sinergie con la nostra attività. (riproduzione riservata)
Fonte: