L’intensità crescente dei fenomeni metereologici e il loro continuo aumento stanno modificando le condizioni assicurative degli agricoltori.
È quanto emerge da un sondaggio condotto da Il Sole 24 Ore Radiocor che sottolinea come il 25% dei danni catastrofali riguardi il settore dell’agricoltura. Percentuale che sale all’80% al verificarsi di lunghi periodi di siccità, peraltro in costante aumento in Italia.
Il climate change spinge quindi gli agricoltori del nostro Paese a guardare con rinnovato interesse alle polizze multirischio di nuova generazione.
Il 2017 è stato l’anno peggiore per il settore agricolo, per via delle gelate e dei lunghi periodi di siccità che hanno causato un aumento del 50% degli indennizzi rispetto all’anno precedente (dati Ismea-Ania).
Da quel momento le compagnie sono corse ai ripari, con un rincaro dei premi pagati nel 2018 dagli agricoltori, mediamente tra il 6,7 e l’8,1% del valore assicurato.
Nonostante i rincari la diffusione di coperture assicurative è cresciuta del 4,9% nel settore agricolo. Permane una grossa differenza tra i comportamenti degli agricoltori del Centro-Nord del Paese e del Sud, dove solo il 12% delle aziende agricole sono assicurate.
La coltura del grano duro assume un’importanza rilevante per l’agricoltura delle aree del Mezzogiorno. Eppure solamente 214 aziende agricole del cosiddetto “granaio d’Italia” sono assicurate, a fronte delle oltre 2.700 delle campagne del Nord, dove la coltura è però meno diffusa.
La principale ragione dello scarso ricorso allo strumento assicurativo degli agricoltori del Sud è da ricercare nei costi considerati eccessivi delle polizze, ma anche nelle negative esperienze avute in occasione di perizie e indennizzi.
Tra le aziende che non si sono mai assicurate, secondo l’Ismea, il 75% ignora l’esistenza delle agevolazioni pubbliche, ma un 13% di questi, dopo essere stati informati dell’esistenza del contributo, si dichiara propenso ad assicurarsi, rivelando un potenziale inespresso che farebbe significativamente aumentare la partecipazione al mercato assicurativo al Sud.
L’evento più frequente e quello più assicurato è la grandine, mentre continuano a crescere i danni causati da eventi catastrofali, come gelo o siccità. Nel corso del 2017 l’incremento di questa tipologia di eventi ha portato a un loss-ratio (rapporto tra i premi incassati dalle compagnie e i sinistri pagati agli agricoltori) del 128%, un livello molto elevato e in grandissimo peggioramento rispetto all’88% dell’anno precedente, con punte del 400% per i prodotti maggiormente colpiti da gelo e siccità, frutticole in particolare.
In Italia, gli incentivi pubblici (fondi Ue) derivanti dalla misura dedicata alla gestione del rischio in agricoltura prevista dal piano nazionale di sviluppo rurale, ammontano a 1,53 miliardi per il periodo 2014-2020, mentre le polizze integrative non agevolate rappresentano (secondo i dati provvisori delle compagnie assicurative relativi al 2018) il 90% del totale delle polizze agevolate. Per la quasi totalità (99,6% dei casi) si tratta di contratti cosiddetti “sotto-soglia”, sottoscritti dagli agricoltori per estendere la garanzia e avere diritto ai risarcimenti anche nel caso di perdite di produzione inferiori al 20%, quota che resta fuori dal perimetro delle polizze agevolate.