La strategia dell’istituto dovrebbe essere completata entro il 15 dicembre
Il via libera del board atteso a inizio 2020, prima della scadenza del vertice. Focus sulla rete commerciale. McKinsey al lavoro con Ubi. Entro la fine del mese le offerte per ProFamily
di Luca Gualtieri
L’attenzione del mercato è tutta concentrata su Unicredit che il prossimo 3 dicembre terrà a battesimo (probabilmente a Londra) il nuovo piano industriale. Un documento che si preannuncia molto aggressivo, soprattutto sul fronte dei costi. Ma altre banche italiane stanno definendo le strategie future in queste ultime settimane del 2019. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza per esempio il nuovo business plan di Banco Bpm dovrebbe essere sostanzialmente pronto entro il prossimo 15 dicembre, mentre il via libera del consiglio di amministrazione potrebbe arrivare entro il primo trimestre del 2020.
Certo è che l’amministratore delegato Giuseppe Castagna e i suoi più stretti collaboratori sono particolarmente concentrati sulla stesura della nuova strategia. Una strategia che, secondo quanto risulta, dovrebbe fare leva soprattutto sul rilancio commerciale della banca attraverso un miglioramento degli indicatori di produttività. Nell’intenzione dei vertici infatti, chiusa con il 2019 la fase di turnaround, nei prossimi anni il focus dovrebbe spostarsi dalle tematiche di asset quality e di rafforzamento patrimoniale alla gestione caratteristica. Un obiettivo molto complesso per un banca commerciale in uno scenario di tassi negativi, ma certamente un buon viatico in vista del rinnovo del consiglio.
La scadenza del board è infatti l’altro appuntamento particolarmente atteso in Piazza Meda. Nei mesi scorsi peraltro in ambienti veronesi era circolata l’ipotesi di un nocciolo di soci storici che potesse stabilizzare la governance del gruppo e bilanciare parzialmente il peso dei fondi. Qualcosa di simile a quanto accaduto in Ubi Banca dove gli imprenditori e le fondazioni del territorio sono stati in grado di blindare oltre il 20% del capitale. Un’idea che però in Banco Bpm non si è ancora concretizzata e appare oggi molto in salita.
Anche l’ipotesi di un’operazione straordinaria prima del rinnovo sembra per ora remota. Se a cavallo dell’estate e soprattutto nel mese di settembre ha ripreso quota l’idea di un’integrazione con Ubi (anch’essa al lavoro sul nuovo piano industriale con la consulenza di McKinsey, mentre con Banco lavora Boston Consulting Group), per il momento la strada appare in salita soprattutto per delicate questioni di governance. Ubi del resto è corteggiata anche da Bper e dal suo azionista Unipol , che potrebbe giocare la carta della bancassurance per dare peso alla sua proposta strategica. La partita del consolidamento insomma è ancora tutta da giocare nel settore bancario italiano e nulla di significativo dovrebbe accadere prima di inizio 2020.
Semmai in Piazza Meda l’attenzione è concentrata su dossier specifici come quello della divisione di credito al consumo ProFamily. Le offerte vincolanti per l’asset dovrebbero arrivare all’advisor Nomura entro la fine del mese e in pista ci sarebbero alcuni fondi di investimento come Apollo e Atlas. (riproduzione riservata)
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