Mediobanca non esercita un controllo di fatto su Generali . Ieri l’Antitrust ha espresso la decisione finale sulla vertenza che si trascina dal giugno del 2012, da quando cioè l’authority allora guidata da Giovanni Pitruzzella condizionò l’ok alla fusione Unipol , Premafin e FonSai al rispetto di alcuni paletti. Paletti volti a contrastare una posizione dominante in alcuni mercati assicurativi.
Mediobanca lo scorso 23 maggio aveva chiesto all’Antitrust la revoca di alcuni di quei vincoli: in particolare, Piazzetta Cuccia contestava il divieto di acquisto di azioni Unipol e il presunto controllo di fatto sulle Generali , di cui oggi detiene il 13% (quota destinata però a scendere al 10% entro la fine del piano industriale).
Per l’ubp la platea è di 475mila persone, con tagli all’assegno fino al 30%
Oggi la risposta dell’Italia alla Ue. Anche Istat e Corte dei Conti bocciano le previsioni del governo
In ballo non ci sono le cifre miliardarie che sono gestite nelle polizze Vita dalle Assicurazioni Generali. Ma è comunque curioso che nelle scorse settimane i sottoscrittori dei piani individuali pensionistici (Pip) di Generali Italia abbiano ricevuto una lettera che spiegava che la liquidità versata nei Pip non sarebbe più confluita in un conto di tesoreria tenuto dall’istituto del gruppo assicurativo, ossia Banca Generali, come è stato finora. Niente è cambiato per gli assicurati, che continueranno a investire nello stesso prodotto con gli stessi rendimenti, ma i loro contributi saranno dirottati in un nuovo conto di tesoreria, tenuto da Generali Italia presso Unicredit.
L’Osservatorio di Assoreti ha segnalato che il patrimonio di reti e private bank è cresciuto nei primi nove mesi dell’anno toccando un nuovo massimo storico a quota 531 miliardi. Merito della raccolta che ha più che compensato l’effetto negativo dei mercati. Da inizio anno la raccolta netta delle reti si è infatti attestata a 23,7 miliardi di euro. Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking resta il numero uno per masse, seguito da Banca Mediolanum, FinecoBank e Banca Generali.
Il Consiglio di Amministrazione di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking (Gruppo Intesa Sanpaolo ), presieduto da Paolo Grandi, ha approvato il Resoconto Intermedio al 30 settembre 2018. Il totale delle masse amministrate dal Gruppo Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking al 30 settembre 2018 risultava pari a € 220,4 miliardi, in crescita del 2% rispetto al 31 dicembre 2017 (€ 216,6 miliardi) e del 3% rispetto al 30 settembre 2017 (€ 214,1 miliardi).
L’obbligo per l’intermediario di effettuare la segnalazione antiriciclaggio alle autorità scatta non solo se l’operazione lascia sospettare un reato finanziario ma anche una mera situazione di elusione delle norme. E ciò, ad esempio, perché la società che effettua cospicui prelievi in banca è una piccola impresa sprovvista di un ampio volume d’affari. Risultato? La banca risponde per il direttore di filiale che non ha vigilato sul funzionario, ma con l’entrata in vigore del decreto legislativo 97/2017 può evitare di pagare il 10% delle somme movimentate grazie all’applicazione del favor rei: la disposizione ad hoc consente di applicare le eventuali punizioni meno gravose ai procedimenti di opposizione pendenti contro le sanzioni irrogate nella vigenza della vecchia normativa. È quanto emerge dalla sentenza 28888/18, pubblicata il 12 novembre dalla seconda sezione civile della Cassazione.
L’uscita anticipata dal lavoro con quota 100 ridurrà la pensione fino al 34%. A dare le stime è l’ufficio parlamentare bilancio della Camera, commentando il fondo previsto dal ddl Bilancio 2018 per finanziare la riforma delle pensioni, di cui quota 100 è una misura annunciata. Ad esempio, un lavoratore che maturi 1.000 euro di pensione nel 2025 con i requisiti ordinari, se si avvale di quota 100 nel 2019, compiendo 62 anni d’età e 38 anni di contributi, intascherà una pensione di 658,30 euro.
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking ha conseguito nei nove mesi un utile netto consolidato di 657 milioni di euro, in calo tendenziale dell’1%, e commissioni nette in crescita dell’1% a 1,276 miliardi. Il cost-income è rimasto invariato al 30%. Il totale delle masse amministrate è aumentato del 3% a 220,4 miliardi di euro, sostenuto da una raccolta netta positiva per 7,9 miliardi, con 3,3 mld di raccolta netta gestita, in calo dagli 8,6 mld di gennaio-settembre 2017. Il numero complessivo dei private banker delle reti è cresciuto di 67 unità a quota 6.057, con un portafoglio pro capite superiore a 36 milioni di euro. Per quanto riguarda gli indicatori patrimoniali, il Cet1 si è rafforzato al 19,1%.
Cattolica.it è il sito Best Climber per l’Italia e l’Europa: il primato emerge dal Webranking 2018 realizzato da Lundquist in collaborazione con Comprend. Con un miglioramento di 95 posizioni rispetto all’anno scorso, il sito di Cattolica assicurazioni passa dalla 109° alla 14° posizione, con un incremento di 53,3 punti. Un balzo che, sottolinea Lundquist, «non si vedeva da quasi una decade». Cattolica.it ricopre la 14° posizione su 111 aziende quotate con un punteggio corrispondente a 69,1 punti su 100, risultando inoltre outperformer rispetto alle aziende del settore assicurativo incluse nel Webranking Europe, che totalizzano una media di 50,9 punti. La ricerca, giunta alla 17° edizione in Italia, ha sottoposto i siti di oltre 800 aziende quotate a livello mondiale a uno stress test, con l’obiettivo di valutare la trasparenza e la completezza dei contenuti digitali messi a disposizione degli stakeholder.
- Pensioni di cittadinanza con sorpresa in 500 mila avranno solo 138 euro
Le pensioni minime a 780 euro dal primo gennaio 2019 sono un segno di civiltà». Quante volte l’ha ripetuto il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio in questi mesi, facendo riferimento «agli anziani in fila alle mense dei poveri perché non arrivano a fine mese». Ebbene, a gennaio non andrà proprio così. La pensione di cittadinanza – ammettono ora i consiglieri dello stesso ministro – finirà nelle tasche di soli 500 mila pensionati, un 15% appena dei 3 milioni e 200 mila che vivono grazie all’integrazione al minimo e che oggi ricevono 507 euro e 42 centesimi al mese. Lo stanziamento per questi anziani in difficoltà sarà di 900 milioni su 9 miliardi a disposizione: il 10%. Il resto verrà così suddiviso: 7,1 miliardi al reddito di cittadinanza (di cui 2,2 miliardi già messi dal governo Gentiloni per il Rei) e 1 miliardo ai centri per l’impiego.
- Mediobanca non ha il controllo di fatto sulle Generali
Mediobanca non esercita più il controllo di fatto su Generali. E’ quanto emerge da una delibera dell’Antitrust, che ha revocato i paletti imposti nel 2012, quando aveva dato un via libera condizionato alla concentrazione tra Unipol Gruppo Finanziario, Premafin e Fondiaria Sai per scongiurare una posizione dominante in alcuni mercati assicurativi. «Nel periodo 2012-2018 Mediobanca, né da sola, né unitamente agli altri azionisti di Generali titolari di una partecipazione sociale superiore al 2% del capitale scrive l’Antitrust – ha mai detenuto in assemblea la maggioranza dei voti, assestandosi sempre al di sotto del 50% del capitale votante». «Tutte le proposte» fatte dal consiglio «sono state sempre approvate a larga maggioranza e lo sarebbero state, nei medesimi termini, anche senza il voto favorevole di Mediobanca».
La crudezza dei dati colpisce nel caso si avverassero un paio di circostanze. Se l’anno prossimo tutti i lavoratori destinatari della riforma delle pensioni, che introduce la quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), decidessero di utilizzare questa formula per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, si avrebbe un aumento della spesa pensionistica lorda di 13 miliardi di euro. L’altra circostanza che potrebbe avverarsi è riassumibile nella scelta di un lavoratore che, grazie a quota 100, decida nel 2019 di anticipare, rispetto ai requisiti previsti dalla riforma Fornero, il suo ritiro di ben 6 anni. In quel caso otterebbe un assegno pensionistico più basso del 34% rispetto a quello che avrebbe avuto nel 2025 con l’uscita con l’età di vecchiaia (ossia 67 anni).
- L’Antitrust: Mediobanca non controlla Generali
Mediobanca non esercita più il controllo di fatto su Generali. È quanto emerge da una delibera dell’Antitrust, che revoca le misure imposte nel 2012, quando l’authority aveva dato il via libera all’operazione Unipol-Fonsai subordinandolo però, fra l’altro, allo scioglimento dei legami con Mediobanca che, secondo l’authority, controllava di fatto il Leone di Trieste con il 13,4%. Piazzetta Cuccia nei mesi scorsi ha presentato un’istanza di revoca delle misure sostenendo che i «mutamenti fattuali e societari» verificatisi dal 2012 a oggi nei rapporti fra Mediobanca e Generali non consentono di riconoscere la sussistenza di un controllo di fatto (né esclusivo né congiunto) di Mediobanca su Generali. L’authority ha compiuto un’istruttoria che ha riguardato anche gli altri azionisti con più del 2% del Leone (Caltagirone, Del Vecchio, Benetton); ha preso in esame le assemblee a Trieste 2012-2018 rilevando che Mediobanca «né da sola né unitamente agli altri soci» citati ha mai detenuto in assise «la maggioranza dei voti»; ha rilevato che non ci sono legami incrociati relativi a presenze negli organi societari e a partecipazioni; ha sottolineato che le misure imposte nel 2012 hanno avuto «concreta attuazione».
- Quota 100, tagli fino al 30% Istat: sulle imprese +2,1% di tasse
La piena applicazione della manovra di bilancio (al suo valore facciale) spingerebbe il deficit/Pil del 2019 al 2,6%, ha spiegato ieri il presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, un valore di mezzo tra il 2,4% indicato dal governo e il 2,9% stimato dalla Commissione europea.
- Freno dello spread sulle assicurazioni ma Rossi rassicura: «Non c’è panico»
Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass e direttore generale di Bankitalia, frena i timori sullo spread ma ribadisce che l’attenzione della Vigilanza è costante. «Non siamo ancora a livelli di panico degli investitori», ha spiegato intervenendo all’Annual Assicurazioni che si tiene in questi giorni a Milano e organizzato da 24Ore Eventi con il Sole 24 Ore. Tuttavia, ha aggiunto, il differenziale per ragioni fisiologiche colpisce «forse più le assicurazioni che le banche». Il settore, ha sottolineato, «partiva da livelli di liquidità molto elevati» che hanno permesso fino ad oggi di «assorbire bene» il colpo. Se il differenziale dovesse «aumentare molto, il problema diventerebbe però notevole». Qualche effetto negativo, d’altra parte, c’è già stato, come ha ben sintetizzato il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, presente all’evento: «Sentiremo di più l’impatto, per fine anno ci aspettiamo un andamento divergente tra risultati commerciali e utili. Stimiamo una crescita dei premi del 5%, mentre se si guarda ai profitti a giugno già si registrava un calo dell’utile netto delle compagnie assicurative del 26%».
- «Nessun timore di fuga dei capitali»
La tensione sui mercati è alta e lo scenario europeo e italiano mostra diversi elementi di complessità ma il settore assicurativo sembra, in questo autunno, dare mostra della sua forza tranquilla: l’attenzione è elevata ma senza allarme. Nel complesso, il comparto gode di una certa tenuta dei profitti e di buona forza patrimoniale mentre, nello specifico, ha spiegato ieri Philippe Donnet, intervenendo all’Annual Assicurazioni del Sole 24 Ore, in Generali non si teme alcuna fuga di capitali. Si lavora per accelerare la digitalizzazione e i nuovi servizi, per la crescita nell’asset management, del welfare e della diffusione delle polizze catastrofali. «Abbiamo molte sfide davanti», ha detto Donnet, e fra queste il contesto politico-economico: «come settore assicurativo abbiamo già dimostrato la nostra resistenza a eventi di mercato negativi. Sul resto, dobbiamo affrontare una trasformazione molto importante con l’avvento del digitale e delle nuove tecnologie. È chiaro che i nuovi attori del mercato sanno già come rispondere, sono in grado di proporre customer experience di alto livello. Questo però ci dà uno stimolo importante: in Generali abbiamo già accelerato la digitalizzazione certo dobbiamo migliorare significativamente però allo stesos tempo abbiamo un’esperienza, una capacità a dare consulenza a 360 gradi sui temi assicurativi che è poco replicabile e quindi dobbiamo fare leva su questo».
- Rendimenti per i soci scesi al 4-6%
«Le assicurazioni creano meno valore che in passato con un total shareholder return che dal 15% del 2004 oggi è sceso tra il 4 e il 6%».È questo uno dei principali messaggi che sono emersi dall’intervento di Davide Corradi, senior partner e managing director di The Boston Consulting Group, durante la prima giornata del 20esimo Annual Assicurazioni, realizzato da 24 Ore Eventi insieme con Il Sole 24 Ore. Questo trend, secondo l’esperto, è legato «principalmente al mancato contributo della crescita che è stato solo parzialmente compensato con l’incremento dei dividendi». È molto utile, in quest’ottica, guardare alla Cina «dove le compagnie creano valore attraverso l’innovazione del modello di business. – ha aggiunto Corradi – I tre driver? Le assicurazioni incumbent, i giganti tecnologici e i fornitori di servizi». Un esempio chiave, in questo senso, è il colosso Ping An, «che fa 1 miliardo di investimenti l’anno in innovazione» e nel giro di un decennio è arrivata nell’elite dei brand assicurativi più famosi del mondo.
- Per l’antitrust Mediobanca non controlla il Leone
Mediobanca e Unipol sono oggi libere dai vecchi divieti Antitrust. Il garante della concorrenza ha infatti deciso di revocare le misure imposte al tempo della complessa operazione che ha portato Unipol ad acquisire Fondiaria Sai. La decisione arriva dopo la richiesta di revoca presentata da Mediobanca all’Autorità lo scorso 23 maggio.
- Va provata la responsabilità del furto favorito dal ponteggio
Furto in casa mentre è installato il ponteggio per lavori sulla facciata o sul tetto? Il condominio o l’impresa possono essere chiamati in causa. Ma con diversi tipi di responsabilità soggettiva e/o oggettiva. Innanzitutto, potrebbe essere configurabile la responsabilità dell’imprenditore. All’appaltatore può essere, in particolare, contestata l’omessa adozione delle cautele necessarie per impedire l’uso anomalo dei ponteggi se, trascurando le più elementari norme di diligenza e perizia abbia colposamente creato un agevole accesso ai ladri, ponendo così in essere le condizioni del verificarsi del danno.
- Risarcimento per la telecamera in tilt
Il condominio risponde delle carenze del sistema di sorveglianza se hanno facilitato il furto nel locale commerciale. Lo ha deciso il Tribunale di Latina, II sezione civile, nella sentenza del 20 settembre 2018. Qualora il sistema di vigilanza risulti inadeguato o mal funzionate, il condominio risponde dei danni conseguenti al furto subito da un condomino, qualora lo stesso sia anche custode dell’impianto, tenuto alla sua conservazione, tanto da sopportarne le spese di manutenzione. Ciò a prescindere dal fatto che l’impianto sia stato concesso in comodato al condominio da una società incaricata del controllo del sistema di allarme, specie quando le carenze strutturali e il malfunzionamento del predetto impianto siano state dalla stessa già segnalate al condominio, soggetto obbligato in virtù del regolamento condominiale a regolare il servizio di sicurezza e sorveglianza del centro.
- Perché i pazienti francesi possono chattare con il loro medico e i tedeschi no
Gli assicuratori francesi sono stati pionieri e fanno della telemedicina un modello di business. I concorrenti tedeschi sono ancora riluttanti.
- E’ morto il presidente di Hannover-Rück Gräber