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In attesa del piano 2019-2022, che il gruppo Generali presenterà al mercato il 21 novembre, la compagnia guidata dall’amministratore delegato, Philippe Donnet ha chiuso i nove mesi del 2018 con un utile netto di 1,855 miliardi, allineati al consenso degli analisti che avevano fissato l’asticella a 1,829 miliardi, in crescita del 26,8%. Il risultato operativo si è attestato a 3,607 miliardi (+3,9%) con il contributo di tutti i segmenti di business.
I risultati di Poste Italiane hanno battuto le attese, con un utile netto dei nove mesi di 1,056 miliardi, in crescita del 45,9% rispetto a settembre 2017. In questo periodo il gruppo guidato da Matteo Del Fante si è attrezzato per difendersi meglio dalle impennate dello spread, tenendo fermo l’obiettivo di aumentare del 5% il dividendo su base annua, come promesso dal piano Deliver 2022. Resta aperto il cantiere Rc Auto, nonostante la pausa di riflessione delle scorse settimana.
Il volatility adjustment – ossia il meccanismo che si propone di sterilizzare la volatilità di mercato mitigando l’impatto sul capitale delle compagnie assicurative determinato da possibili perdite di valore dei titoli di Stato in portafoglio, in pratica una sorta di paracadute – «come abbiamo visto in questi mesi, per l’Italia non funziona. Ne siamo la prova provata». Lo sostiene il presidente dell’Ania, Maria Bianca ‘zanna, a margine di un convegno del gruppo Axa a Milano.
Disinvestire dal carbone per puntare sulla green economy. In tempi di cambiamento climatico Axa ha deciso di non sostenere più le industrie inquinanti, dirottando una parte significativa dei 600 miliardi di asset in gestione sull’economia verde. Una scelta riven-dicata ieri dal ceo di Ma Italia, Patrick Cohen, in apertura dell’AxaForu m 2018. Con questa strategia il gruppo assicurativo anticipa e si mette in linea con le nuove esigenze della clientela.

Poste italiane non cambierà la politica dei dividendi, anche se in futuro lo spread dovesse raggiungere valori più elevati: lo ha assicurato l’a.d. Matteo Del Fante, presentando i conti dei primi nove mesi che hanno evidenziato un utile netto di 1,056 miliardi di euro, in crescita del 45,9% su base annua. Il dividendo è di 0,44 euro ad azione (+5%).
Balzo dei profitti per Generali, che nei nove mesi ha realizzato un utile netto di 1,85 miliardi di euro, in crescita del 26,8% su base annua. I premi complessivi sono cresciuti del 6,1% a 49,73 miliardi, confermando lo sviluppo del primo semestre. Il segmento vita è migliorato del 7,8% e il ramo danni del 2,7%. La nuova produzione è invece diminuita dell’1,8% a 30,58 mld. L’utile operativo è salito del 3,9% a 3,607 mld. Il Regulatory Solvency Ratio si è posizionato al 200% e l’Economic Solvency Ratio al 221%.

 

  • Cet 1 di Credem al 13,1%
Migliorano la redditività e la solidità patrimoniale di Credem. Nei primi nove mesi l’istituto ha registrato un utile netto di 151 milioni di euro, in progresso del 3,1% su base annua. Il Cet 1 è salito al 13,14% (20 punti base in più rispetto a giugno), con un margine di oltre 570 punti rispetto al livello minimo assegnato dalla Bce per il 2018. «Sono molto soddisfatto di questi ottimi risultati», ha commentato il direttore generale Nazzareno Gregori, «specialmente considerando il contesto turbolento e incerto all’interno del quale sono stati raggiunti».

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  • Assicurazioni, effetto spread Utile Generali a 1,85 miliardi
Poco su Generali, molto su Poste Italiane. L’impatto dello spread su chi fa l’assicuratore si misura non nei dibattiti politici in televisione, ma nei risultati che ogni trimestre le società consegnano al mercato. I dati chiusi a settembre e presentati ieri mostrano come il crollo di valore dei titoli di Stato italiani si sia abbattuto come un uragano sulle Poste e come un venticello ancor leggero su Generali. I profitti di Poste a 1 miliardo (+ 46%) ma il crollo dei Btp incide sul capitale di Poste Vita
  • Credem, gli utili a 151 milioni sofferenze in calo
    Via libera del cda di Credem ai conti dei primi nove mesi dell’anno chiusi con un utile netto consolidato di 151 milioni di euro, in crescita del 3,1% sul 2017. Il margine di intermediazione si attesta a 867,4 milioni (+2%), mentre le commissioni nette salgono a 397,1 milioni (+2,5%). La raccolta complessiva da clientela cresce del 2,1% a 66,99 miliardi. Le sofferenze nette su impieghi netti sono all’1,05% (rispetto a 1,43% del 2017), mentre la percentuale di copertura dei crediti in sofferenza è del 68,4% (60,9%).

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  • E via la patente ai furbetti dell’assicurazione auto
La Lega ha proposto il raddoppio delle sanzioni per chi viene multato più di una volta per la mancanza dell’assicurazione obbligatoria per la Rc Auto. Gli automobilisti recidivi potrebbero essere costretti a pagare una multa che arriva fino a 7 mila euro, con tanto di fermo amministrativo del veicolo per 45 giorni e la sospensione della patente per due mesi. C’è poi la richiesta di un’imposta dell’1,5% sulle transazioni effettuate attraverso i Money Transfer superiori a 10 euro, escluse quelle di carattere commerciale, quindi sostanzialmente sulle rimesse degli immigrati all’estero. Si prevede, inoltre, la piena tracciabilità delle stesse transazioni. Tra le altre proposte della Lega, queste con poche probabilità di passare, ci sono anche quelle di estendere le concessioni demaniali fino al 2045 nelle aree «colpite o distrutte dagli eventi atmosferici incorsi nei mesi di ottobre e novembre 2018». Oppure la lotteria «filantropica», finalizzata a sollecitare le donazioni dei «ricchi».
  • Generali, balzo dei profitti  Il Leone: fiducia sulla solidità dell’Italia
Utili per 1,85 miliardi in nove mesi. Le Generali si presenteranno con questo biglietto da visita all’appuntamento con il nuovo piano industriale che sarà comunicato il 21 novembre. La crescita del 26,8% dei profitti è legata anche al risultato delle dismissioni (157 milioni) relative a Generali Leben, Guernsey e alle attività in Belgio e Irlanda. Senza tale voce l’incremento sarebbe stato del 4,8%. L’utile operativo è aumentato del 3,9% a 3,6 miliardi e i premi sono saliti del 6,1% a quota 49,7 miliardi, con una crescita del 7,8% del segmento vita. Indicazioni positive arrivano anche dal versante patrimoniale: Generali ha visto scendere in tre mesi, da giugno a settembre, il valore dell’esposizione sui titoli di Stato italiani da 60 a 58 miliardi ma è riuscito a compensare, grazie all’utile, l’impatto dello spread (3-4% nel trimestre) sugli indici di solidità. Il preliminary regulatory solvency ratio al 200% è rimasto sui livelli della semestrale (201%) dove era sceso dal 207% di fine 2017 e l’economic solvency ratio non ha lasciato la soglia del 221% segnata a fine giugno (dal 230% a fine 2017).

 

  • Pensioni e sanità, aumentano i timori
Il 53,6% degli italiani teme di non avere una pensione ragionevole: il dato, in crescita del 15%, emerge dalla ricerca Axa Episteme, presentata ieri nel corso dell’Axa Forum 2018, al quale hanno partecipato anche il ceo del gruppo Thomas Buberl, Salvatore Rossi, presidente di Ivass e direttore generale Bankitalia, Maria Bianca Farina, presidente Ania e Roberto Cingolani dell’Iit. Fra i rischi emergenti sono ai primi posti quelli relativi al cambiamento climatico e all’ambiente. Sale l’attenzione alla salute: il 71% ritiene necessaria una copertura integrativa sanitaria.
  • Il rischio spread sui conti delle Poste
Il fronte caldo è quello di Poste Vita. A surriscaldare i conti della compagnia, controllata da Poste Italiane, è l’andamento dello spread, poiché impatta negativamente sul solvency ratio (coefficiente di solvibilità) delle attività assicurative. Lo spread stabile oltre quota 200 ha avuto effetti sul bilancio civilistico al 30 giugno di Poste Vita, archiviato con una perdita di circa 400 milioni di euro. Tanto che una nota allegata ai risultati del terzo trimestre di Poste Italiane precisa che, alla luce dell’andamento del differenziale tra i titoli decennali tedeschi e italiani (spread a quota 300), la controllata del gruppo guidato da Matteo Del Fante potrebbe evidenziare un’ulteriore perdita con la chiusura del bilancio 2018.

  • Auto senza pilota, accordo Adler a Tel Aviv
Firmato ieri pomeriggio a Tel Aviv, nella sede della Israel Innovation Authority, l’accordo tra il Governo italiano e Adler Plastic (la holding di controllo del gruppo Adler Pelzer, la multinazionale dell’automotive, con sede a Ottaviano, nell’hinterland napoletano: 1,4 miliardi di fatturato e 11mila addetti su 80 siti produttivi nel mondo), guidata da Paolo Scudieri.
L’accordo – sottoscritto da Amiram Appelbaum per l’Autorità israeliana per l’Innovazione tecnologica, braccio operativo del Governo israeliano sul fronte delle intese con le multinazionali e da Paolo Scudieri per Adler Plastic – prevede che lo Stato d’Israele fornisca all’azienda italiana un sostegno per l’individuazione di innovazioni tecnologiche interessanti.
  • Generali, capitale solido nonostante l’impatto dei BTp
Gli occhi del mercato sono già puntati sul piano industriale che verrà presentato il prossimo 21 novembre e così i conti dei nove mesi delle Generali hanno superato l’esame di Piazza Affari. Complice anche il fatto che i numeri hanno centrato le attese degli analisti posizionandosi nella mediana del consensus. Unico elemento distintivo la solidità patrimoniale. Il Regulatory Solvency Ratio si è attestato al 200% mentre l’Economic Solvency Ratio si è posizionato al 221% (da 230% alla fine dello scorso anno). Due valori superiori alle stime degli esperti, sono nella fascia alta del consensus, ma soprattutto in linea con i dati della semestrale (201%) che ancora non scontava la recente dinamica dello spread. Volatilità, ha spiegato il cfo Cristiano Borean, che nei tre mesi tra fine giugno e settembre «ha fatto calare il Solvency di 3-4 punti». Discesa tuttavia compensata «con gli utili generati».

 

  • Poste predispone l’argine anti-spread e blinda il dividendo
Poste Italiane chiude i primi 9 mesi con numeri in crescita. In aumento tutte le principali voci di bilancio: i ricavi segnano un miglioramento dello 0,7%, a 7,9 miliardi, registrando un andamento positivo in tutti i settori. L’utile operativo sale del 28,3%, a 1,5 miliardi, e l’utile netto si impenna del 46%, a 1 miliardo. La raccolta ha raggiunto un volume di 513 miliardi. I risultati approvati ieri consentono di confermare l’aumento della cedola del 5% pari a 0,44 euro per azione.