Manovra leggera, anzi leggerissima. A sorpresa, il disegno di legge di bilancio approvato dal governo porta una ventata di leggerezza sui conti pubblici. Ma che potrebbe rivelarsi, alla lunga, piuttosto indigesta se sarà avviata una procedura di infrazione dall’Ue. Questi i risultati dell’analisi dell’impatto redistributivo della manovra, realizzata da Italia Oggi Sette sulla base dei primi dati disponibili dalla relazione tecnica al ddl di bilancio per il 2019-21.
Rivoluzione o nuova «maledizione» per le imprese? La riforma della class action, che lo scorso 3 ottobre è stata approvata dalla Camera in prima lettura, preoccupa le imprese. La proposta di legge A.S. 844, presentata dal M5s, punta a riformare l’istituto dell’azione di classe, attualmente previsto dal Codice del consumo (dlgs n. 206 del 2005), riconducendone la disciplina al codice di procedura civile, nel quale verrà inserito un nuovo titolo VIII-bis, dagli articoli da 840-bis a 840-sexiesdecies, relativo ai procedimenti collettivi (azione di classe e azione inibitoria collettiva). Da una parte viene esteso l’ambito di applicazione dell’azione di classe, che sarà sempre esperibile da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie in relazione a lesione di «diritti individuali omogenei»; dall’altro, amplia gli strumenti di tutela, con la previsione di un’azione inibitoria collettiva verso gli autori di condotte pregiudizievoli di una pluralità di individui.
Due Regioni, Campania e Calabria, ancora inadempienti nell’assicurare i livelli essenziali di assistenza. Ottantacinque punti di differenza tra il Veneto che è al primo posto in Italia e la Campania in coda. A confermare le disuguaglianze non solo Nord-Sud, ma da regione a regione, è anche la spesa sanitaria pro capite. Nel rapporto presentato dall’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, promosso da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato e recentemente diffuso, a proposito di spesa sanitaria pubblica pro capite, si passa da un minimo di 1.770 euro della Campania, ad un massimo di 2.430 euro della Pa di Bolzano e 2.120 dell’Emilia-Romagna. Profonde anche le differenze sulla spesa sanitaria annuale delle famiglie: dai 159 euro in media della Lombardia, ai 64 euro della Campania.
I «mattoni» (i versamenti contributivi) con cui i professionisti italiani costruiscono la propria pensione hanno un «peso» variabile di categoria in categoria: si va, infatti, dal 10 al 100% di aliquota soggettiva calcolata sul reddito, fissata dai regolamenti delle singole Casse previdenziali. E, a dar più valore all’assegno che si percepirà, contribuisce lo speciale «cemento» (anch’esso deliberato in maniera differente di Ente in Ente), ossia ogni iniziativa per incrementare il «gruzzolo» degli associati, partendo dall’uso di parte del contributo integrativo (a carico del cliente), fino a «spalmare» sui montanti quote di rendimenti degli investimenti finanziari. L’inchiesta di IOLavoro accende le luci sulle peculiarità del «cantiere» previdenziale delle centinaia di migliaia di professionisti dell’area sanitaria, intellettuale, tecnica ed economico-giuridica iscritti a Casse private e privatizzate (disciplinate dai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996), mettendo in risalto, percentuali alla mano, in che modo potrà esser determinato l’ammontare della prestazione pensionistica.