Il Radar Assurtech 2018 di Oliver Wyman recensisce 131 Insurtech francesi (classificate secondo la catena di valore assicurativa, ovvero progettazione, distribuzione e operazioni). E, secondo la società di consulenza, molte di esse non sono ben posizionate per sopravvivere nel difficile mercato.
Le insurtech che hanno maggiore chance di sopravvivenza non sono per forza quelle che si crede.
“Il messaggio chiave di questo rapporto del 2018 è che le Insurtech avranno un destino molto differenziato. Alcune sono posizionate su modelli con un basso potenziale”, ha dichiarato Mathieu Sébastien, partner di Oliver Wyman. Così, gli autori del Radar Assurtech 2018 sono “molto riservati” – nella categoria progettazione – sul modello di assicurazione a uso in cui troviamo in particolare Leocare e Wilov.
“Se l’idea di un’assicurazione a breve termine per le situazioni specifiche sembra promettente in teoria, spesso i costi di acquisizione dei clienti sono troppo alti”, si legge nel rapporto. Idem per il modello collaborativo preso da molte start-up come Otherwise, Wemind o Yakman: “Nonostante il numero di InsurTech posizionate su questo modello, il potenziale di mercato e le loro possibilità di successo sono limitati”.
Dall’altra parte, il modello “Dall’assicurazione alla protezione” – che non enfatizza “prodotti assicurativi in quanto tali, ma una promessa di protezione dei clienti più globale” come Luko – o “sur-mesure” – che mira a “democratizzare la personalizzazione” – risulta essere molto meno affollato e mostra potenziale di mercato e maggiori possibilità di successo.
Stesso fenomeno nel segmento della distribuzione, che rappresenta circa il 42% delle Insurtech. La maggior parte si trova nei modelli “Direct (D2C)” e “comparatore di prezzo”. “Tuttavia, le probabilità di successo di queste categorie sembrano moderate: richiedono ingenti investimenti in termini di marchio e reputazione per conquistare nuovi clienti, in un ambiente altamente competitivo che richiede il controllo dei costi di acquisizione. Sembra molto probabile che queste due categorie saranno meno dominanti in futuro, a vantaggio di altre categorie con un potenziale più elevato”, affermano gli autori dello studio.
Queste altre categorie comprendono la “piattaforma corporate”, ossia la vendita di “prodotti assicurativi ai dipendenti tramite società partner”. Un modello testato con successo da Zenefits negli Stati Uniti, ma rilevato da alcune InsurTech in Francia.
Lo studio è molto cauto sulla vitalità delle start-up che hanno scelto del B to C. Gli autori dello studio evocano chiaramente “la scomparsa di più InsurTechs o il loro necessario perno su modelli più interessanti”. Sono in particolare i modelli del segmento “Operazioni”, il più dinamico in Francia oggi, con il 46% delle InsurTech e che rivela un potenziale molto migliore nelle sue valutazioni.
“In questo segmento, posizionato come partner del distributore o dell’assicuratore, le compagnie assicurative offrono tutta l’agilità che possono mostrare nella loro soluzione tecnologica. E funziona abbastanza bene”, afferma Damien Renaudeau, partner di Oliver Wyman e co-autore di Radar AssurTech. E’ il caso di robot consulenti dove le insurtech “non cercano più di distribuire i propri strumenti direttamente agli assicurati ma di offrirli a reti di assicuratori”.
E il rapporto sottolinea il punto: “Dal nostro punto di vista, dovremmo aspettarci un graduale allineamento di altri mercati in Francia, con l’emergere di start-up che non si posizionano come concorrenti degli assicuratori, ma come partner. Siamo lontani dalle grandi perturbazioni annunciate da alcuni”!