di Carlo Valentini
L’uso indispensabile del web nelle attività professionali e d’affari comporta rischi che possono provocare danni ingenti (10 miliardi di euro lo scorso anno in Italia secondo l’Aiba, l’associazione dei broker). L’ingresso fraudolento nel proprio sito, la manomissione del software, il furto dell’identità sono alcuni dei guai a cui si può andare incontro. Perciò le compagnie di assicurazione incominciano a coprire, con apposite polizze, anche il cyber risk. E chi fa brokeraggio ora deve valutare anche questo aspetto assicurativo. «Il cyber crime sta diventando per imprenditori e professionisti una minaccia da cui è essenziale difendersi- dice Giampaolo Brogliato. -Perciò occorrono polizze adeguate in grado di far fronte all’imprevisto, al pari di un incendio, di un furto o di un evento catastrofico».
Brogliato, un passato alle Generali e a Sanpaolo Imi, guida Ciba Brokers, media compagnia di brokeraggio (1.200 clienti, movimenta 18 milioni di premi) che ha resistito all’assalto dei colossi stranieri sul mercato italiano. Aderisce a Confcooperative, ma la maggior parte dei clienti è al di fuori del mondo coop. ItaliaOggi lo ha intervistato-.
Domanda. Qual è il trend del brokeraggio?
Risposta. Si sta orientando a fornire un variegato catalogo di servizi, oltre il confine assicurativo. Noi per esempio siamo entrati nel campo del welfare aziendale, abbiamo effettuato uno screening delle offerte e infine firmato un accordo con DayWelfare e ora siamo in grado di fornire alle aziende nostre clienti anche un pacchetto di servizi di welfare. Poi ci sono altri settori come le prestazioni sanitarie. Il broker è sempre più un soggetto che risponde a molteplici esigenze di un’impresa».
D. Le aziende (e i contratti integrativi) abbracciano sempre più il welfare…
R. Il welfare aziendale si sta diffondendo rapidamente: dagli asili nido per i figli ai centri diurni per i nonni, sconti per palestre, trasporti, libri di testo, pacchetti vacanza, proposte culturali. Alle imprese consente di migliorare il benessere, l’immagine e la reputazione, diventando più attrattive per le più qualificate risorse umane. Ai dipendenti permette di ottenere benefit e servizi finalizzati all’innalzamento della qualità della vita propria e dei familiari.
D. Il brokeraggio è un’intermediazione, non rischia di accrescere il costo delle polizze?
R. È il contrario. La concorrenza che alimentiamo tra le compagnie ha un’importante funzione di calmieramento del mercato. Il costo delle polizze negli ultimi anni è diminuito e un po’ è merito anche nostro. C’è poi da aggiungere che l’ammontare delle imposte sulle polizze è del 22%, un peso che non ha eguali in Europa e che inevitabilmente viene scaricato sui clienti.
D. Gli automobilisti si lamentano perché il costo dell’Rca è il più caro d’Europa
R. In questo caso il costo deriva anche dall’abnorme quantità di truffe legate a questo tipo di polizze. Quando si riuscirà a contrastarle con efficacia, le tariffe potranno allinearsi con quelle degli altri Paesi europei.
D. Dal ponte Morandi alle alluvioni. Vi è una carenza assicurativa nel nostro Paese?
R. Sì per quanto riguarda i grandi eventi calamitosi. Se ci fosse un generalizzato obbligo assicurativo contro il Rischio Paese, magari attraverso consorzi, ogni italiano pagherebbe pochi spiccioli e quando avvengono catastrofi ci sarebbero immediatamente le risorse per intervenire, così invece ad ogni evento che purtroppo si verifica il governo di turno deve cercare le risorse (pagano sempre i cittadini) perdendo tempo prezioso. Ma la politica preferisce tenere i cordini della borsa per motivi che è facile intuire.
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