di Antonio Lusardi
I primi nove mesi del 2017 sono stati i migliori di sempre per Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking. Prima di tutto le masse amministrate sono cresciute fino a un nuovo massimo di 211 miliardi di euro grazie alla performance dei patrimoni e a una raccolta netta di 10,3 miliardi, in crescita del 74% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Si mette in particolare luce il risultato della raccolta netta gestita, pari a 8,7 miliardi, moltiplicato rispetto agli 1,4 miliardi di un anno prima. La componente di risparmio gestito rappresenta il 70% delle masse, con un totale di 147,5 miliardi di euro. «L’elemento migliore dei nostri risultati sta nella loro continuità, indipendente dalle fluttuazioni del mercato, grazie all’alto livello di commissioni ricorrenti», ha spiegato a MF-Milano Finanza Paolo Molesini, amministratore delegato e direttore generale di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking. «In ogni trimestre segniamo nuovi record di clientela, raccolta e utili, con un mix eccellente, in cui prevalgono gli strumenti di risparmio gestito».
A livello di conto economico la crescita delle commissioni è stata a doppia cifra: +10% a 1,25 miliardi di euro. La fetta ricorrente delle commissioni è stata di 1,16 miliardi, il 93% del totale. Un’espansione ottenuta a fronte di un aumento dei costi contenuto, dai 389 milioni di un anno fa ai 399 milioni del 2017, dovuto principalmente al reclutamento di 67 nuovi banker per un totale di rete arrivato a 5.915 professionisti. Il rapporto cost/income è così sceso al 28% rispetto al 30% di dodici mesi prima, un valore tra i migliori del sistema. Il risultato è in buona parte eredità della collaborazione fra le reti dei consulenti Fideuram e dei private banker di Intesa Sanpaolo . «L’integrazione delle due reti ci ha permesso di ottimizzare le spese a tutto vantaggio dei margini», ha sottolineato Molesini. «Inoltre abbiamo trasmesso i valori migliori del mondo del private banking alla rete Fideuram, mentre Ispb ha acquisito da Fideuram il dinamismo commerciale. Attiriamo i migliori professionisti e abbiamo una raccolta netta che è di gran lunga la migliore del mercato». Inoltre «l’ottimo cost/income può darci un vantaggio relativo importante nel momento in cui l’applicazione di Mifid 2 dovesse avere un impatto sui margini». Un’eventualità che però non sembra preoccupare il numero uno di Fideuram: «Grazie alla nostra trasparenza pensiamo di essere già pronti alla nuova regolamentazione», dice il top manager, secondo cui la nuova regolamentazione non porterà, come ipotizzano alcuni osservatori, a spingere maggiormente sui prodotti ‘fatti in casa’. «I prodotti di Eurizon rappresentano una quota della nostra offerta e continueremo su questa strada di indipendenza, che fa di noi i maggiori acquirenti di prodotti finanziari in Europa».
Arrivando all’ultima riga del bilancio, l’utile netto consolidato è stato nei nove mesi di 662 milioni di euro, il 13% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. «I nostri utili sono cresciuti ogni anno del 17-18% negli ultimi 3-4 anni. Siamo la terza realtà più profittevole in Europa nel nostro settore», ha aggiunto Molesini, «dietro solo a due giganti come Ubs e Credit Suisse, che sono presenti in tutti i Paesi, mentre noi siamo focalizzati sull’Italia e sull’Europa». Proprio sul fronte della presenza internazionale Molesini ha ribadito come, in modo non diverso dalla strategia del gruppo Intesa Sanpaolo , il futuro sia in un’espansione oltre confine: «Non abbiamo intenzione di crescere facendo acquisizioni in Italia, dove continueremo comunque a espandere la nostra rete reclutando i migliori banker disponibili. Ci muoveremo per integrare le piccole reti derivanti dalle due banche venete», dice il top manager. «Piuttosto guarderemo eventualmente all’estero. Nel futuro non escludo, se ci saranno le opportunità, operazioni piccole per perimetro ma di alta qualità, come la recente acquisizione di Banque Morval». (riproduzione riservata)
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