di Claudia Cervini
Unipol Banca scalda i motori per la riorganizzazione aziendale prevista dal piano industriale 2018-2020. I primi interventi finalizzati alla riduzione dei costi riguarderebbero lo snellimento e la razionalizzazione della filiera di erogazione del credito. E dovrebbero andare di pari passo con il processo di riorganizzazione e integrazione tra le funzioni della divisione Special Credit, che rimarranno nella banca, e la funzione Credito Deteriorato. Il tutto, secondo i sindacati, non può prescindere dall’esito della trattativa in corso in merito al trasferimento alla newco UnipolRec di un portafoglio di circa 3 miliardi di euro di sofferenze. Proprio su questi temi si sta inasprendo il confronto tra i sindacati e la società dopo che quest’ultima ha comunicato in un incontro ad hoc le prime mosse in agenda. Le sigle sindacali hanno espresso a Unipol Banca la loro indisponibilità a prendere in considerazione l’applicazione ai lavoratori inseriti nella newco di un contratto di lavoro diverso da quello del settore credito e hanno ribadito la necessità di assicurare agli stessi tutte le tutele contrattuali attuali e occupazionali future.
L’8 novembre dovrebbe tenersi un altro incontro per fare il punto sulla trattativa. In merito alla costituzione di UnipolRec, spiega la Fisac-Cigl in una nota informativa, il confronto è stato serrato sia sull’aspetto tecnico-giuridico che su quello contrattuale-politico. «Abbiamo ribadito all’azienda le nostre posizioni circa l’incongruità degli elementi di informazione contenuti nella lettera di avvio della procedura, ossia l’identificazione del ramo d’azienda a fronte dei criteri di preesistenza e autonomia funzionale e contestuale e l’individuazione di colleghi potenzialmente trasferibili sulla base di criteri non oggettivi e omogenei». L’auspicio delle sigle sindacali è che il gruppo possa rimuovere gli ostacoli e le pregiudiziali che a oggi impediscono di prefigurare il buon esito della trattativa: «Sarà nostra cura attivare specifici momenti informativi dedicati ai 29 colleghi ricompresi nella lista dei trasferibili alla newco», avvertono.
Il top management di Unipol Banca, che nei giorni scorsi ha illustrato le linee guida del piano industriale alle sigle, ha evidenziato che la complessiva operazione di riassetto (trasferimento della quasi totalità del credito deteriorato e contestuale ricapitalizzazione) consentirà all’istituto di porsi nel triennio ai migliori livelli in termini di redditività grazie anche a una più attenta gestione dei costi. A fine giugno il gruppo aveva comunicato che al termine del riassetto Unipol Banca non avrà più sofferenze ma solo posizioni residue classificate come unlikely-to-pay, con un grado di copertura al 40% e con un Texas ratio (il rapporto tra i prestiti non performanti e il patrimonio netto tangibile) allo 0,9%. Le organizzazioni sindacali hanno apprezzano lo sforzo della capogruppo nel voler gestire al proprio interno la significativa mole di credito deteriorato ma hanno già espresso dubbi ed evidenziato criticità, per le quali si dovranno valutare attentamente, entro i tempi previsti dalle procedure, i nuovi e inattesi aspetti normativi e organizzativi che avranno effetto sui lavoratori.
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