di Anna Messia
L’intenzione è avere una fotografia quanto più dettagliata possibile su come sono assicurati oggi gli italiani contro il terremoto, per poi poter valutare pro e contro di possibili riforme. Con questo obiettivo in mente ieri l’Ivass, l’istituto di controllo del settore assicurativo guidato da Salvatore Rossi, ha inviato una lettera alle compagnie che operano in Italia per avere tutti i dati che riguardano le polizze incendio o terremoto.
L’istituto ha chiesto, per ogni polizza attiva alla data del 30 settembre, l’entità dei premi, la somma assicurata, le coperture previste ma anche le caratteritiche dell’abitazione assicurata. Una mappatura dettagliata qunidi, che punta a fornire una base su cui poter ragionare, in modo analitico, per studiare possibili interventi. Il dialogo, come noto, è aperto da tempo con il governo che, dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia, sembrava intenzionato a coinvolgere subito anche il settore assicurativo per mettere in sicurezza l’Italia e incentivare gli italiani ad assicurare i propri immobili.
Tra i possibili interventi si è discusso per esempio di incentivi fiscali sui prodotti a copertura di eventi naturali, ma anche della possibilità di abbinare queste coperture alle protezioni contro l’incendio già diffuse nel Paese e richieste per esempio quando si accende un mutuo. Mentre anche le compagnie di assicurazioni, tramite Ania, hanno avanzato una serie di proposte chiedendo, in particolare, un intervento dello Stato per farsi carico delle punte dei sinistri che dovessero eccedere le capacità del settore.
In questo modo, sostengono in Ania, si potrebbero evitare polizze troppo salate nelle aree più a rischio. Temi che sono stati discussi in più riunioni ma alla fine, con il referendum costituzionale alle porte, si è deciso di non prevedere interventi sulle assicurazioni nell’attuale legge di Bilancio, ora al voto del Parlamento. Tutto è stato quindi rinviato e intanto l’Ivass avrà il tempo di fornire un quadro dettagliato della situazione di partenza. Le imprese avranno tempo fino al 15 febbraio per fornire le informazioni richieste.
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