di Paola Valentini
Si chiude con un utile netto consolidato di 121,3 milioni il bilancio dei nove mesi di Azimut , oltre il consenso degli analisti fermo a 113 milioni, ma in calo dai 208 milioni dello stesso periodo 2015 a causa della diminuzione delle commissioni di perfomance per via dell’andamento poco brillante dei mercati (scese da 134 milioni dello stesso periodo 2015 a 80 milioni).
Ma il gruppo ha comunque confermato la seconda parte della cedola sul bilancio 2015 di 1 di dividendo per azione pari a un totale di 133 milioni (data stacco il 21 novembre), subordinato alla cancellazione da parte di Banca d’Italia del Gruppo Azimut dall’albo di sim che è avvenuta la scorsa settimana.
Considerando gli 0,5 euro erogati a maggio, il gruppo presieduto da Pietro Giuliani avrà quindi distribuito nel corso del 2016 un dividendo ordinario totale di circa 200 milioni (1,5 per azione), equivalente ad un payout del 80%. Dopo la pubblicazione dei conti il titolo in borsa fa segnare un rialzo del 2,6% a 16,1 euro. Al prezzo attuale quindi la cedola di 1 euro equivale a uno yield del 6,2%, ai massimi del Ftse Mib.
Mentre considerando anche gli 0,5 euro già pagati, Azimut calcola che con riferimento al prezzo del 4 gennaio 2016 di 22,07 euro, lo yield sale al 7%.
Continua intanto la crescita del patrimonio che a fine settembre ha raggiunto 41,3 miliardi, salendo a 42,1 miliardi a fine ottobre. Nei dieci mesi, inoltre il gruppo ha realizzato una raccolta netta di 5,6 miliardi, la migliore del settore.
Sempre a fine settembre la posizione finanziaria netta consolidata risultava positiva per 249,3 milioni (era di 336,2 milioni a fine dicembre 2015 e 348,1 milioni a fine settembre 2015). Nei nove mesi del 2016 sono stati pagati dividendi ordinari per 67 milioni e sono state fatte acquisizioni all’estero per 48 milioni. Inoltre, si ricorda che la posizione finanziaria netta include anche versamenti per 75 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.
Positiva l’attività di reclutamento di consulenti finanziari e private banker: nei nove mesi del 2016 il gruppo e le sue divisioni hanno registrato 115 nuovi ingressi, portando il totale delle reti di Azimut a fine settembre a 1.639 unità.
“La crescita è sostenuta anche dalle attività all’estero che hanno ormai superato il 15% del patrimonio totale di oltre 42 miliardi di euro a fine ottobre e che proseguono con forza soprattutto in Australia, dove in meno di due anni siamo arrivati a gestire patrimoni per 3,8 miliardi di dollari australiani, pari a 2,7 miliardi di euro”, ha spiegato Sergio Albarelli, ceo del gruppo.
Albarelli poi si è detto certo che “la crescita godrà di un’ulteriore spinta con la recente riorganizzazione che consolida le due anime di Azimut , gestione e distribuzione, e ci consente di non essere più soggetti all’applicazione della Crd IV. Come conseguenza potremo proseguire nel nostro impegno volto a creare valore per i nostri azionisti, nell’immediato attraverso il pagamento della restante parte di dividendo il 23 novembre e nei prossimi mesi con piani di buyback”.
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