Nonostante il rallentamento dei flussi iniziato la scorsa estate, l’asset management tricolore resta in grande forma, tanto che i dieci mesi del 2015 si sono chiusi con flussi totali pari a 126 miliardi, contro i 133 miliardi di tutto il 2014, il secondo miglior risultato di sempre (dopo i 167 miliardi del 1998) e ha ancora spazio per crescere.
Nel 2014 in Italia, secondo un’indagine sul settore elaborata da Pwc, il patrimonio globale in gestione è cresciuto fino a quasi 1.600 miliardi di euro, il 7% sul totale europeo, con un tasso di crescita del 19% rispetto all’anno precedente, superiore alla media europea del 15%. Così, dalla European Asset Management Conference di Pwc, dove si è fatto il punto con più di 500 operatori sulle prospettive del settore in Italia e Europa e lo scenario da qui al 2020,è emerso che «l’Italia ha un potenziale di circa 600 miliardi di euro». In altre parole, si parla di un aumento del 15% del patrimonio gestito in modo professionale, dati i circa 4 mila miliardi di euro di attività finanziarie totali detenute dalle famiglie italiane a fine 2014. A spingere sull’acceleratore, poi, ci potrebbero essere «l’armonizzazione europea in tema di fiscalità, gli incentivi governativi ai piani pensionistici privati e l’incremento della tecnologia», ha spiegato Elisabetta Caldirola, asset management leader del gruppo in Italia. In termini di raccolta netta, nel 2014 i fondi d’investimento hanno raggiunto il picco di 92,4 miliardi di euro, più del doppio rispetto all’anno precedente, il 15% sul totale europeo. Nel primo semestre 2015 l’industria italiana dell’asset management è cresciuta ancora più velocemente. In Europa, la domanda di Ucits ha raggiunto il livello più alto nel 2014 pari a 474 miliardi di euro.
L’Italia è al quarto posto in termini di raccolta netta, pari a 33 miliardi di euro (dati Efama). «Se aggiungessimo i fondi round-trip (ovvero i fondi domiciliati all’estero di sgr italiane) e i flussi di gruppi stranieri collocati presso investitori italiani, dal punto di vista della distribuzione, l’Italia sarebbe il terzo più grande Paese, dopo il Lussemburgo e l’Irlanda, con una quota pari al 19% del totale dei flussi in entrata in Europa», precisa l’esperta. Anche a livello globale l’industria del risparmio gestito a livello globale è inserita in un trend di grande ascesa. Tanto che, secondo le stime di Pwc sul settore il mercato dell’asset management in dieci anni è raddoppiato e tocca i 70 mila dollari e, da qui al 2020, dovrebbe crescere di un 6% l’anno fino a toccare circa 100 mila miliardi. Molta di questa crescita dovrebbe arrivare dal mercato ma anche da nuovi flussi in entrata, compresi gli Etf. Si legge nel report di Pwc (Asset Management 2020: A Brave New World) che «gli Etf giocheranno un grande ruolo in questa partita».
Il settore dei fondi che replicano un indice ora si aggira intorno ai 2.600 miliardi di asset a livello globale (fonte: BlackRock, Etp Landscape: Industry Highlights). Del resto, gli Etf si sono evoluti e ora presentano un grande numero di strategie di investimento e di alternative. Tanto che, tra l’incertezza dei mercati e i timori di un quadro normativo restrittivo, anche molte istituzioni come le compagnie assicurative si sono avvicinati a strumenti innovativi quali gli Etf, più efficienti a livello di costi di gestione e più liquidi. In termini assoluti, a dominare il mercato ci sono Usa ed Europa, ma nei mercati meno maturi il potenziale è enorme. «Gli investitori asiatici hanno avuto accesso agli Etf solo da poco tempo ma stanno crescendo velocemente. Oggi la loro quota è il 7% del patrimonio a livello globale ma pensiamo che l’Asia contribuirà in modo significativo: i flussi di capitale accelereranno ulteriormente con il probabile ingresso del renmimbi cinese nel paniere del Fmi, che porterà la Cina ad essere uno dei mercati più importanti al mondo», si legge ancora nel report.
Guardando avanti, se tra Usa ed Europa a guidare la domanda per questi strumenti saranno i financial advisor, gli investitori retail e il settore delle banche private e del wealth management, in Asia questo ruolo lo avranno piuttosto le compagnie assicurative, i fornitori di piani pensionistici e gli hedge fund. E a riscuotere più successo ci sono gli smart beta, gli Etf che si basano su strategie che non si limitano soltanto a replicare passivamente gli indici. (riproduzione riservata)