di Stefania Peveraro
Gli imprenditori di successo mantengono immobilizzata nella loro azienda soltanto una quota del 20% della loro ricchezza personale, mentre il resto è distribuito tra i più vari tipi di asset finanziari, con una netta prevalenza di immobiliare (17%).
È il quadro che emerge da un corposo studio condotto da Scorpio Partnership per conto di BnpParibas Wealth Management su un campione di 2.594 imprenditori di successo (cioè con aziende che fatturano in media 6,5 milioni di dollari e che hanno una ricchezza personale media di 6,6 milioni di dollari) suddivisi in due gruppi: quelli nati tra il 1980 e il 1995, battezzati «millennipreneur», quelli tra i 35 e i 49 anni e i cinquantenni e oltre, cioè i cosiddetti baby boomer.
Una notazione particolare merita il fatto che gli imprenditori di successo tendono a investire la maggior parte (51%) del loro patrimonio in asset illiquidi e cioè, oltre che nella propria azienda, in immobili (nel calcolo viene esclusa la casa di residenza), private equity e hedge fund.
Sebbene in portafoglio ci sia spazio per un’alta quota sia di cash (15%) sia di obbligazioni (15%). L’impegno a investire di più nella propria azienda varia inoltre a seconda dell’età degli intervistati.
A essere più concentrati sulla propria impresa sono gli imprenditori con 35-49 anni (21%), mentre i più disimpegnati sono i più giovani (19%).
A sorpresa, questi ultimi sono più interessati degli imprenditori più anziani agli investimenti obbligazionari (16% contro 14-15%), tuttavia sono particolarmente sensibili agli investimenti alternativi come private equity (10% contro 8-9% per gli altri) e hedge fund (8% contro 4-6%), mentre l’azionario tradizionale li lascia freddini (11% contro 12-17%, nel calcolo non sono ovviamente considerate le azioni delle azienda di proprietà dell’imprenditore).
Anche la nazionalità degli imprenditori incide parecchio sui pesi assegnati ai vari asset nei quali sono investiti. In particolare, a impegnare la quota di patrimonio più importante in azienda sono gli spagnoli con il 32%, seguiti da olandesi e polacchi (entrambi al 25%) e tedeschi (24%)). Gli italiani, invece, con il loro 17% sono sotto la media.
Quanto agli investimenti finanziari, gli imprenditori inglesi e francesi sono quelli che puntano di più sul real estate (entrambi al 21%), mentre a mantenere la quota di cash più elevata sono gli imprenditori dei Paesi del Golfo (32%), che sono anche quelli che hanno il primato degli investimenti sui mercati obbligazionari, dove impegnano addirittura il 45% del loro patrimonio.
Quanto agli imprenditori americani, sono quelli che puntano di più sul mercato azionario (22% del patrimonio), mentre gli olandesi sono gli imprenditori più attratti dal private equity (18%), seguiti a sorpresa dagli italiani (16%). E gli italiani sono anche gli investitori più agguerriti in hedge fund (9% contro una media del 5%). Da segnalare, infine, che, quando si tratta di investire in un’altra azienda, diversa dalla propria, gli imprenditori di successo si rivolgono soprattutto al private equity, con una quota attorno al 30% (29% per gli high net worth individual e 34% per gli ultra high net worth), seguito dal venture capital (19-24%) e dalle piattaforme di equity crowdfunding. (14-19%). (riproduzione riservata)