Si è tenuto il 18 novembre scorso a Roma presso Palazzo Corrodi (la sede della Cassa Italiana Previdenza e Assistenza Geometri) l’evento finale della quarta edizione della Settimana SRI in Italia. Nell’ambito della conferenza, realizzata con il supporto di NN Investment Partners e Vigeo, è stato presentato il primo benchmark sugli investimenti sostenibili e responsabili degli operatori previdenziali italiani.
La ricerca è stata realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con Mefop e con il supporto di NN Investment Partners, a partire dalla metodologia proprietaria del forum olandese VBDO, che da nove anni pubblica un Benchmark Responsible Investment by Pension Funds particolarmente apprezzato sia a livello nazionale sia a livello europeo.
Il campione di riferimento è stato definito secondo il criterio della dimensione del patrimonio in gestione. Sono stati così selezionati i primi 10 piani previdenziali all’interno di ciascuna delle seguenti categorie: Enti di Previdenza; Fondi Pensione Aperti; Fondi Pensione Negoziali; Fondi Pensione Preesistenti; Piani Individuali Pensionistici. Complessivamente, le masse gestite dai piani coinvolti sono pari a 128.840 milioni di euro.
Ai soggetti selezionati è stato inviato un questionario volto a indagare l’integrazione di temi di sostenibilità nelle scelte di investimento, con particolare riferimento alle aree Governance (es. con quale frequenza il CdA valuta le performance anche dal punto di vista della sostenibilità degli investimenti), Politica di investimento (es. tasso di copertura della politica SRI), Attuazione delle politiche di investimento (es. le strategie SRI attuate nelle diverse asset class) e Trasparenza (es. pubblicazione di un rendiconto annuale riguardante l’attuazione delle strategie SRI).
I risultati dell’indagine, che ha ottenuto un tasso di risposta del 60%, certificano una limitata adozione di strategie SRI da parte degli investitori previdenziali italiani. In effetti, il punteggio medio semplice è pari a 1 su 5; ciononostante, tra i rispondenti vi sono anche dei piani che si distinguono per una grande attenzione agli aspetti di sostenibilità (il punteggio più alto totalizzato è infatti pari a 3,821 su 5). Sono in particolare i fondi pensione preesistenti a mostrarsi i più sensibili al tema.
“La prima edizione dell’indagine evidenzia che, nonostante gli importanti progressi rilevati negli ultimi anni, le potenzialità di crescita dell’SRI sono indubbiamente ancora rilevanti”, ha sottolineato Simonetta Bono di Vigeo, commentando i risultati dello studio. In effetti, molto resta da fare riguardo all’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance nelle politiche di investimento, ancora circoscritta a una quota ridotta del patrimonio, a specifiche asset class e a strategie quali esclusioni e convenzioni internazionali.
Inoltre, dalla ricerca emergono ampi margini di miglioramento sulla comunicazione, un ambito in cui è fondamentale aumentare gli sforzi anche perché – come ricordato da Simona Merzagora di NN Investment Partners – “comunicare attraverso canali e modalità accessibili agli aderenti significa fare educazione finanziaria, di cui l’Italia ha grande bisogno”.
In questo il benchmark potrebbe costituire un valido strumento, come testimoniato dall’esperienza olandese: “All’avvio della ricerca, nove anni fa, la diffusione dei criteri di sostenibilità era piuttosto ridotta; nell’edizione 2015 invece il 100% dei fondi monitorati adotta una politica SRI.”, ha affermato Giuseppe van der Helm, Direttore di VBDO, nell’ambito del suo intervento.
Del resto “integrare criteri di sostenibilità nelle politiche di investimento è importante anzitutto per una efficace gestione delle risorse finanziarie e per una corretta valutazione dei rischi e delle opportunità in un’ottica di lungo periodo”, ha evidenziato Nina Hodzic di NN Investment Partners all’interno della sua presentazione, a partire da esempi di best practice internazionali nelle diverse classi di attivo.
Davide Dal Maso, Segretario Generale del Forum della Finanza Sostenibile, conclude con un auspicio: “che il benchmark avviato quest’anno incoraggi l’emulazione dei soggetti più attenti alle questioni di sostenibilità e che la collaborazione tra VBDO e il Forum possa rappresentare un progetto pilota a livello europeo”.