di Valerio Testi
Il titolo Exor ha risentito ieri gli effetti dell’operazione di collocamento del 4,87% del capitale, avvenuto a 42,6 euro per azine, accusando un calo del 6,4% a 41,95 euro. Nonostante la forte discesa si tratta di un valore ancora ben superiore a quello di inizio ottobre (circa 39 euro), a testimoniare l’escalation vissuta dall’azione nell’ultimo mese quando ha raggiunto (pre-collocamento) un picco di 47 euro.
Di tono positivo i commenti degli analisti. Mb Securities (prezzo obiettivo a 50,8 euro) sottolinea che la cessione di azioni proprie consente alla società di ridurre il debito del 10% e conferma la capacità di John Elkann di vendere a un multiplo del prezzo pagato: «Il track record positivo sta crescendo e questo è un fattore molto importante a cui guardare per società holding». Equita (tp a 43 euro) calcola a sua volta che il debito pro-forma dopo l’acquisizione di PartnerRe si riduce del 10% a circa 4,5 miliardi. «L’impatto anti-diluitivo sul nav», conclude la sim, «è meno dell’1%». (riproduzione riservata)