di Luciano Mondellini
Il dieselgate non ha avuto un grande impatto sul mercato automobilistico italiano di ottobre, il primo mese in cui è stato possibile misurare appieno l’impatto dello scandalo scoppiato a metà settembre. Il mese scorso, infatti, sono state immatricolate quasi 133 mila unità con un incremento sullo stesso mese del 2014 dell’8,56%.
Questo tasso di crescita è inferiore a quello medio sinora registrato nel 2015 (+15,3%) ma occorre considerare che nell’ottobre 2014 c’era stato un giorno lavorativo in più. Con il risultato di ottobre, il consuntivo dei dieci mesi del 2015 chiude a quota 1.330.005 con un incremento sullo stesso periodo dello scorso anno del 14,7% che conferma l’attesa di un volume di immatricolazioni per l’intero 2015 di circa 1,5 milioni di unità. Si tratta di un dato decisamente migliore di quello del 2014 (1.359.767), ma ancora inferiore di ben il 37,4% al massimo ante-crisi registrato nel 2007 (2.493.106)
Ovviamente l’attenzione degli osservatori era in particolare concentrata su Volkswagen, che a livello aggregato (sommando cioè il risultato dei vari brand) ha fatto segnare addirittura un risultato stabile nelle vendite, -0,35% a 17.156 unità. A livello di singoli brand bisogna notare come in particolare abbia sofferto il brand Volskwagen (quello più esposto all’impatto del dieselgate non foss’altro perché ha lo stesso nome della società) che ha registrato un calo del 6,8% mentre è andata ancora peggio a Seat (-11,2%).
Il pessimo risultato dei brand mass market di Volkswagen è stato completato da Skoda (-0,2%) ma l’ottima performance di Audi (+18%) ha riportato il mese in positivo per il colosso di Wolfsburg. Quest’ultima, tra le altre cose, nei nove mesi ha incrementato ricavi dell’11,2% a 43,7 miliardi e dell’utile operativo del 5% a 4,02 miliardi. Conseguentemente il Ros si è attestato al 9,2%, nella parte alta del corridoio strategico tra l’8% e il 10%.
La sensazione del buon momento del settore è confermata dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor, da cui risulta che la quota degli operatori interpellati che si attendono nei prossimi mesi domanda stabile sui livelli attuali o in aumento sale dal 74% all’89% e l’indicatore di fiducia determinato dallo stesso centro studi bolognese ha toccato quota 48,40, un livello che non era più stato raggiunto dopo il 2007. Queste opinioni sono sostenute principalmente da due fattori: la ripresa dell’economia e la pressione della domanda di sostituzione accumulata negli anni della crisi.
In questo quadro bisogna inoltre segnalare i buoni risultati di Fca che in ottobre ha registrato immatricolazioni per 36.700 unità raggiungendo una quota del 27,6% e un incremento del 10,8 nei confronti di ottobre 2014 (facendo quindi del mercato). Anche in ottobre è proseguita la crescita di Jeep, che rispetto all’anno scorso ha raddoppiato le vendite (quasi 2.600, +102,2%) salendo nell’anno del 234,6%. Mese positivo anche per il marchio Fiat (+16%) in virtù del successo della Panda – ancora una volta la più venduta in assoluto – e della famiglia 500, con 500X e 500L le più vendute dei loro segmenti. Male, invece, i brand Alfa Romeo e Lancia: quest’ultima ha registrato quasi 4.200 auto (-23%) mentre il brand del Biscione ha registrato un calo di oltre il 9% immatricolando poco meno di 2.300 unità (riproduzione riservata)