Se gran parte della nostra storia ha avuto come soggetto le città, il nostro futuro sarà definito dalle mega-città.
Comunemente definite come aree urbane con una popolazione superiore a 10 milioni di individui, ci sono 35 mega-città nel mondo, e la tendenza mondiale verso una crescente urbanizzazione e città sempre più grandi non mostra segni di cedimento.
Il raggruppamento di così tante persone nelle aree urbane pone rischi unici alla popolazione, ai governi e alle compagnie di assicurazione e di riassicurazione, in modo particolare nelle mega-città a rapida crescita presenti nelle economie emergenti. Ma quali sono i principali rischi, e come dovrebbero approcciarsi le compagnie ri/assicurative nel fare affari in queste mega-città emergenti?
Le mega-città e l’urbanizzazione stanno ridefinendo il nostro modo di vivere, e la loro diffusione dovrebbe solo continuare a crescere, in particolare nei mercati emergenti.
Per quanto riguarda queste economie, è chiaro che alcune regioni hanno più probabilità di altre di contenere le mega-città del futuro.
Al momento la maggior parte delle mega-città si trovano in Europa e in America, ma le più grandi sono in Asia e America Latina, afferma il capo dell’unità Catastrophe Perils di Swiss Re, Andreas Schraft.
Anche l’Africa in futuro sarà in grado di contenere le mega-città, ma da un punto di vista assicurativo queste impiegheranno circa 20-30 anni per svilupparsi.
“In breve, la conclusione è: il futuro delle mega-città è da ricercare nel sud-est asiatico e in Cina,” ha aggiunto Schraft.
Tim Holt, leader dell’unità Willis Special Contingency Risks, afferma che tra le mega-città a rapida crescita e quelle che si svilupperanno in futuro nei mercati emergenti ci sono Il Cairo, Lagos, San Paulo, Città del Messico, Mumbai, Dhaka, Bangkok, Shanghai e Beijing.
Molte mega-città nei mercati emergenti sono caratterizzate da una bassa penetrazione assicurativa. Queste città potrebbero essere particolarmente suscettibili ai rischi, che possono essere diversi da quelli che affrontano città e cittadine più piccole.
Il primo di questi potenziali rischi è un impatto maggiore delle catastrofi naturali su queste grandi aree urbane.
“Con la continua crescita delle mega-città, l’esposizione alle catastrofi naturali nelle aree di densa urbanizzazione diventerà, chiaramente, sempre più una grande preoccupazione,” afferma l’amministratore delegato di Lockton Companies Greater China, Alex Yip.
Un altro problema è che molte mega-città, nonostante la loro dimensione, siano scarsamente preparate ad affrontare le catastrofi naturali.
“Molti rischi vengono protetti in modo relativamente mediocre perché queste mega-città sono cresciute molto velocemente seguendo la priorità dello sviluppo economico, e molte persone sono migrate dalle campagne alle città per trovare lavoro,” afferma Schraft, aggiungendo che si pensa al rischio rappresentato dalle catastrofi naturali solo dopo che un evento traumatico accade, quindi spesso questi pensieri sono associati ad un ripensamento.
Un altro rischio che devono affrontare le mega-città è il fatto che molte siano collocate in zone propense alle catastrofi naturali, come le aree costiere e fluviali.
Yip afferma che, entro il 2050, otto delle dieci maggiori città del mondo esposte ad inondazioni costiere saranno situate in Asia. In aggiunta, le 15 città principali del sud-est asiatico hanno 300 miliardi di dollari a rischio disastri, sia naturali che di natura umana.
Un ulteriore rischio posto dalle mega-città è l’incredibile densità della popolazione in zone molto piccole.
“Ciò porta ad una grande concentrazione di cultura,” afferma Schraft. “Ma porta anche a molti danni in uno spazio ristretto e rende difficile la ricostruzione della città.”
Con le mega-città viene associato ancora un rischio, ossia la crescente inter-connettività tra persone e servizi grazie a reti di comunicazione sempre più estese e ampie.
“Le città sono esse stesse delle reti di comunicazione e dipendono anche da altri sistemi, come i centri di servizio finanziario, le linee telefoniche e così via, che sono spesso concentrati nelle città,” spiega Schraft.
“Qualsiasi disastro in una città crea più danni rispetto alla campagna. La distruzione di queste reti di comunicazione comporterebbe un effetto domino. I danni subiti da una città implicano gravi danni ad un’intera comunità.
Un’altra problematica è da ricercare nella crescita rapida di molte mega-città nei mercati emergenti e le tensioni che essa pone sulle infrastrutture.
Molte mega-città contengono una gran quantità di persone che prima vivevano in campagna in povertà e che si sono spostate in città in cerca di una vita migliore.
“Quelle persone spesso si trasferiscono molto velocemente in un posto che non ha sufficienti infrastrutture per contenerle. Le autorità cittadine, inoltre, non hanno gli strumenti per gestirle in modo appropriato,” afferma Holt.
“Per esempio, i confini potrebbero essere ‘porosi’, le autorità potrebbero non essere in grado di aumentare i rendimenti, la magistratura potrebbe essere inefficiente e la città potrebbe non avere un livello di politica decente e/o accettabile.”
Le mega-città emergenti potrebbero non avere nemmeno un sistema sanitario e igienico decente.
Holt aggiunge che città come San Paolo hanno già affrontato qualche problematica tra quelle elencate, e hanno zone in cui le organizzazioni criminali e le gang hanno completamente usurpato il potere statale.
La rapida crescita delle mega-città, tuttavia, può avere come conseguenza un maggior rischio delle proprie infrastrutture rispetto a quelle delle economie più sviluppate.
“Nei mercati emergenti c’è stato un boom di edilizia urbana poiché la popolazione di questi paesi si è modernizzata e ha migliorato i propri standard di vita,” afferma il principale socio della Thornton Tomasetti, Nicholas Hyatt.
“In questa corsa impetuosa verso il progresso, tuttavia, queste città stanno costruendo su solide fondamenta o stanno ripetendo gli stessi errori del passato-o forse ne stanno commettendo di nuovi-?
Molte economie emergenti stanno prendendo esempio dai paesi sviluppati per le tecniche e i progetti di costruzione, ma questo fatto implica delle problematiche se non vengono attuate normative, codici di edilizia, forza lavoro qualificata e controllo qualità.
“Abbiamo visto molti esempi di come la mancanza di queste regole porti a eventi catastrofali,” spiega Hyatt.
Basti considerare le gravissime difficoltà causate dall’uragano Sandy tre anni fa a New York, una città che vanta piani di risposta alle emergenze ben sviluppati,” afferma Hyatt.
“In una situazione simile, dove però non sono attive né infrastrutture né un’attenta pianificazione urbanistica, è probabile che le alluvioni causino danni pesanti, a proprietà e alle persone, e purtroppo vittime.”
Hyatt ha inoltre aggiunto che la recente epidemia di incendi avvenuti nei grattacieli a Dubai, in gran parte attribuiti all’utilizzo di pannelli compositi di alluminio, non si sarebbe verificata in aree con norme anti-incendio più sviluppate.
Hyatt è sicuro che il progresso e lo sviluppo dei paesi emergenti crei nuovi posti di lavoro e migliori gli standard di vita nel mondo, ma questa evoluzione sta procedendo più in fretta delle misure messe in campo per sostenerla.
“Nei prossimi vent’anni probabilmente ci saranno progressi incredibili, ma purtroppo associati a tragedie orribili,” ha aggiunto.
Oltre ai rischi fisici e sociali posti dalle mega-città, queste conurbazioni pongono rischi anche alle aziende.
Secondo Holt, uno di questi rischi è il fatto che il governo e il corpo normativo delle mega-città possano essere troppo blandi per garantire protezione alle catene di fornitura.
“Le aziende hanno bisogno di un tipo di corpo normativo che sia valido, attuabile e disponibile,” ha affermato. “Le imprese devono anche comprendere le proprie strutture legali ed accertarsi che vengano rafforzate.”
Holt ha aggiunto, inolte, che in alcune mega-città le attività criminali potrebbero colpire le aziende, sotto forma di estorsioni. “Nelle città-stato si potrebbe verificare anche l’appropriazione indebita degli affari. Questi rischi esistono e continueranno ad essere una costante del futuro.”
“L’altra azione necessaria da intraprendere è comprendere la volatilità dei prezzi ed essere preparati alle crisi, al fallimento aziendale e/o a quello di uno dei fornitori.”
Molte mega-città, tuttavia, sono anche motori di crescita economica, il che comporta un gap tra ricchi e poveri.
“Questi sono i problemi che emergono quando unisci politica alla criminalità. I ricchi si rafforzano ulteriormente mentre i poveri finiscono nei bassifondi,” ha continuato Holt.
Giovani senza diritti sono facilmente preda delle ideologie estreme, un problema che è amplificato nelle mega-città in quanto c’è una maggiore presenza di potenziali reclute e una maggiore possibilità di comunicare facilmente tramite internet.
Tutti questi rischi aziendali posti dalle mega-città si riferiscono alle compagnie ri/assicurative.
Un’altra tipologia di rischi, tuttavia, vengono affrontati dalle compagnie che hanno intenzione di assumersi il rischio di vendere prodotti assicurativi nelle mega-città.
Secondo Schraft, requisito fondamentale è l’essere consapevoli di ciò che esattamente viene coperto dalla polizza e le sue implicazioni, come ad esempio le alluvioni in Tailandia del 2011 che hanno causato una grande confusione nel settore assicurativo a causa del fatto che le compagnie fossero inconsapevoli dell’effettiva natura delle loro esposizioni e quanto fossero in realtà vulnerabili le loro catene di fornitura.
“Credo che il nostro settore debba guardare nei portfolio aziendali e assicurarsi di conoscere il potenziale di perdita che già abbiamo,” continua Schraft.
Ma un altro elemento che le compagnie di ri/asicurazione devono tenere in considerazione è uno dei talloni d’Achille del settore: il fare troppo affidamento, al momento di prendere decisioni, sui danni accaduti in precedenza.
“Può essere molto pericoloso, perché in alcuni casi conosciamo le reali concentrazioni dei danni solo dopo che gli eventi scatenanti si sono verificati,” afferma Schraft. “In teoria dovremmo conoscere i rischi, studiando i nostri modelli e le analisi, prima che accada qualcosa di traumatico, ma sfortunatamente non è ciò che il settore tende a fare.”
Ma le mega-città possono confondere persino un approccio fondato su un’attenta analitica e modellazione, perché sono una novità e le compagnie ri/assicurative ne hanno ancora una scarsa conoscenza.
“L’assicurazione di basa sulle analisi, ma se si sovrappongono le catastrofi naturali e ciò che si conosce di esse ad incognite grandi come mega-città, la modellazione del rischio si fa complessa,” afferma Holt.
“Se i sistemi di mercato non si sviluppano in contemporanea con la crescita delle mega città, le compagnie assicurative avranno serie difficoltà a quantificare i rischi.”
Secondo Holt, i modelli assicurativi esistenti possono essere vantaggiosi nelle mega-città più stabili, ma il settore assicurativo deve prestare attenzione a quanto queste ultime facciano affidamento su di essi.
“Nel tentativo di prevedere la crescita di queste città, che sono in parte governate da più complesse dinamiche storico-sociali, politiche ed economiche, la modellazione sarà più difficile e c’è un maggiore margine di errore,” ha spiegato.
Le mega-città, tuttavia, non comportano solo fattori negativi per le compagnie di ri/assicurazione.
È possibile che il settore incoraggi effettivamente la penetrazione assicurativa, offra coperture vantaggiose, traendo profitti e fornendo benefici sociali a miliardi di persone.
“L’ipotesi migliore è che il settore assicurativo globale possa aiutare queste mega-città emergenti nella gestione del rischio e nel superare i grandi disastri,” afferma Schraft.
“Dobbiamo conoscere il rischio e abbiamo modelli dettagliati sui quali fare affidamento per capire sia cosa succeda in quelle città sia i grandi danni potenziali. La reazione da parte del settore assicurativo può essere quella di modificare i prezzi, qualche volta aumentandoli più del necessario.”
Molte delle mega-città del presente e del futuro si trovano in zone geografiche con una bassa penetrazione assicurativa e livelli di PIL relativamente bassi. Questo fatto pone un problema logistico alle compagnie di assicurazione.
“Dobbiamo anche sviluppare prodotti che le persone possano permettersi (e desiderino) di acquistare,” afferma Schraft.
“Non sono sicuro che il settore sia molto bravo in questo”.
Il futuro delle mega-città nei mercati emergenti sarà cruciale per tutti noi, soprattutto per le compagnie di riassicurazione.
Assicurare questi nuovi fenomeni urbani in costante evoluzione non è un’attività priva di rischi, ma ci sono grandi opportunità per quelle compagnie che modificano il loro approccio adattandolo a queste nuove circostanze.
Il punto fondamentale è l’adattamento, poiché per quanto riguarda le mega-città non funziona il principio “one size fits all”. Holt suggerisce cautela quando si parla di queste città, raggruppandole in modo generalizzato sotto il termine “mega-città”.
“Dare etichette alle cose comporta la perdita della loro diversità,” afferma. “Ciascuna di queste città deve essere considerata nella sua specificità e gestita in modo diverso.”