di Anna Messia
Allianz mira a una crescita del 5% annuo degli utili per azione nel prossimo triennio, dal 13,71% di fine 2014, arrivando così a oltre il 15%. Ma anche a raggiungere un Roe del 13% entro il 2018, dall’11,2% di dicembre scorso. Obiettivi finanziari che il colosso assicurativo tedesco ha presentato ieri a Monaco in occasione del Capital Markets Day, un incontro con la comunità finanziaria tenuto per la prima volta dal nuovo group ceo, Oliver Beate, salito al timone lo scorso maggio.
L’intenzione del gruppo assicurativo, primo in Europa per capitalizzazione di mercato, è quella di aumentare la profittabilità e la capacità di resistere a scenari avversi di mercato, ha dichiarato Baete, oltre che creare economie di scala nei mercati più importanti. E resta altissima anche l’attenzione per il processo di digitalizzazione, «in un mondo che non solo sta cambiando, ma lo sta facendo rapidamente», ha dichiarato Baete facendo un parallelo con il settore alberghiero dove la catena Hilton di lusso «ha impiegato circa 100 anni per costruire circa 700 mila stanze d’albergo mentre Airbnb ha ci ha messo solo sei anni per averne a disposizione circa un milione». Per questo il miliardo di euro di produttività che il gruppo punta a guadagnare ogni anno da qui al 2018 anche grazie ai processi digitali globali, sarà reinvestito non solo sulla crescita, ma anche in tecnologia e risorse umane.
Allianz ha da poco ribadito di essere sulla buona strada per raggiungere la parte alta del range di utile operativo, fissata tra 10 e 10,8 miliardi di euro, dopo avere chiuso i nove mesi con un risultato di 8,15 miliardi.
Ma ora, per accelerare la crescita e raggiungere gli obiettivi annunciati al mercato, dovrà migliorare ancora sia nel ramo Danni sia in quello Vita. Per quanto riguarda il primo settore l’intenzione è di raggiungere un combined ratio (il rapporto tra sinistri e costi rispetto ai premi) inferiore al 94% rispetto al 94,3% di dicembre 2014. Ma l’impegno maggiore per raggiunge il traguardo del roe del 13% sarà richiesto nel comparto Vita, perché tutte le partecipate estere del gruppo dovranno raggiungere, entro il triennio, un return on equity di almeno il 10%. E la situazione di partenza è piuttosto variegata. «A esclusione della Germania, che è estremamente profittevole con un roe del 24,3%, bisognerà lavorare per migliorare significativamente in altri Paesi», ha detto Baete mostrando per la prima volta agli analisti dati dei singoli mercati. Dagli Stati Uniti, che hanno un roe del 7,5% alla Francia, già vicina al traguardo del 10% con un roe del 9,9% ma anche l’Italia, secondo mercato assicurativo per Allianz subito dopo la Germania, con una raccolta complessiva a settembre scorso di 12,74 miliardi (+14%).
Nei nove mesi Allianz Italia ha chiuso con un utile operativo di oltre 1 miliardo (+11%) ma il roe nel Vita, a fine 2014, secondo le slide presentate ieri da Baete, era solo del 4,4%. Bisognerà quindi lavorare per portare questo dato a oltre il 10% entro il 2018. Intanto, però, le novità in Italia non mancano. Sergio Balbinot, membro del board del gruppo e vicepresidente di Allianz Italia, ha annunciato ieri il recente lancio di Allianz 1 nel settore business. Dopo il successo di Allianz 1 dedicato alle famiglie, che in due anni ha venduto oltre 220 mila polizze, Allianz Italia è pronta quindi a replicare il modello anche per le piccole e medie imprese, in particolare quelle con un massimo di cinque addetti che rappresentano l’80% del tessuto imprenditoriale italiano. «Con l’offerta modulare Allianz 1 abbiamo rivoluzionato il modo di fare assicurazione grazie all’uso delle tecnologie digitali e alla quotazione veloce, che offre un preventivo con l’inserimento di soli tre dati», ha detto recentemente il ceo Klaus Peter Roehler, «Ora con Allianz1 business vogliamo intercettare la ripresa economica in atto e sostenere le piccole e media imprese garantendone la stabilità economica». (riproduzione riservata)