Intesa Sanpaolo ha registrato, nei primi nove mesi, utili oltre le attese per 1,6 mld euro, dato che non tiene conto dell’aumento retroattivo della tassazione relativa alla rivalutazione delle quote detenuta nel capitale di Bankitalia. L’utile netto contabile si è attestato a 1,203 mld, quasi raddoppiato rispetto ai 640 mln euro dei primi nove mesi dello scorso anno, nonostante un’aliquota fiscale effettiva al 52%.
Il risultato della gestione operativa si è attestato a 6,573 mld (+5,9%).
Sono aumentati anche gli oneri operativi, +1,4% a 6,198 mld. I proventi operativi netti di periodo sono migliorati del 3,7% a 12,771 mld. Gli interessi netti sono saliti del 3,9% a 6,314 mld, con le commissioni nette cresciute del 9,9% a 4,96 mld. È stato, secondo la banca, l’ammontare più elevato dal 2007. Il cost/income ratio è inoltre migliorato al 38,5%.
Nel periodo in esame, la Ca’ de Sass ha inoltre erogato all’economia reale circa 24 miliardi di euro di nuovi crediti a medio e lungo termine a famiglie e imprese.
Sul fronte della qualità del credito, i flussi di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis nei nove mesi hanno fatto registrare il valore più basso dal 2011 a 6,1 mld (-18%). Gli stanziamenti a fronte dei rischi creditizi sono stati di 3,504 mld (-12,7% a/a), pur includendo le rettifiche richieste dall’Aqr. Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è stata del 47,2% (46% a fine 2013), con una copertura salita al 63,3% dal 62,5% di fine 2013.
Quanto ai coefficienti patrimoniali, il Common equity ratio pro forma post dividendi maturati si è attestato al 13% a regime, livello che Intesa Sanpaolo ha definito «top tra le maggiori banche europee ed equivalente a capitale in eccesso di 10,1 miliardi di euro», che si confronta con quello di 12,7 miliardi risultante dall’Aqr e di 10,9 miliardi risultante dallo stress test. Il Common equity ratio pro forma è salito al 13,3%. «I risultati che oggi presentiamo mostrano forti segnali di miglioramento della nostra performance, secondo il nostro Piano d’impresa 2014-2017. Con un utile netto effettivo superiore a 1,6 mld, in crescita di oltre il 150% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, Intesa Sanpaolo «mantiene i suoi impegni», ha affermato il consigliere delegato, Carlo Messina, aggiungendo che «questi risultati confermano la posizione di Intesa Sanpaolo tra le migliori banche europee, non solo per gli eccezionali punti di forza in termini di solidità patrimoniale già evidenziati dal recente comprehensive assessment della Bce, ma anche per crescita della redditività, con un aumento a due cifre dell’utile ante imposte e delle commissioni nette, il più elevato tra le banche europee. Confermiamo tutti gli impegni assunti con il Piano d’impresa, compresa la distribuzione di almeno 10 mld euro di dividendi nei prossimi quattro anni».
In conference call, Messina ha ribadito che «non ci serve fare acquisizioni in Italia. Fuori dall’Italia è un altro discorso. La questione è fare dei buoni piccoli deal. Il mercato ha molto apprezzato i conti del gruppo, ma il titolo, dopo un deciso balzo in avanti, ha arretrato con il resto della borsa e ha chiuso a 2,24 euro, -0,18%.
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