Negli ultimi giorni in Italia è molto acceso il dibattito sulla legge di Stabilità da 36 miliardi di euro recentemente annunciata dal governo, la quale è stata oggetto di una richiesta ufficiale di chiarimenti da parte dell’Unione Europea sul tema delle coperture e sull’ampiezza dell’aggiustamento dei conti. Proprio in tema di coperture di bilancio, uno dei settori che rischia di essere maggiormente colpito dalla manovra è quello previdenziale, in quanto la bozza della manovra finanziaria prevede che oltre 1 miliardo dei 3,6 di coperture previsti dalla tassazione sulle rendite finanziarie giungerà nelle casse dello Stato dall’incremento del prelievo fiscale sui rendimenti della previdenza complementare e delle casse professionali. Più in particolare, le casse di previdenza professionali vedrebbero il prelievo salire dal 20 al 26%, mentre i fondi pensione subirebbero un incremento dall’11,5 al 20%; infine, la manovra colpirà anche le polizze Vita, fino a oggi completamente esenti dall’Irpef per gli eredi, che invece dal prossimo primo gennaio, se l’impianto della legge sarà approvato, subiranno uno shock fiscale del 26%. L’accanimento dell’Erario contro gli strumenti di previdenza complementare rappresenterebbe dunque un durissimo colpo per un settore in forte crescita. Basti pensare che la produzione annua in termini di premi assicurativi del ramo Vita è attesa per l’anno in corso intorno a 110 miliardi di euro, con un balzo del 29% rispetto al 2013; la crescita ha riguardato sia le polizze Vita classiche, con premi pari a 24,9 miliardi, sia i contratti di tipo Unit linked (prodotti assicurativi al cui interno è possibile inserire fondi comuni e altri strumenti finanziari), che hanno accumulato oltre 5 miliardi di premi. I motivi di tale crescita sono dettati principalmente dal fatto che, ad oggi, queste forme di risparmio offrono un valore aggiunto in termini di non pignorabilità (salvo revocatoria), di possibilità di scegliere beneficiari anche al di fuori dall’asse ereditario e infine di fiscalità, in quanto prevedono la possibilità di rimandare al momento del riscatto il pagamento della tassazione sulle plusvalenze maturate e, in caso di decesso dell’assicurato, concedono l’indubbio vantaggio dell’esenzione per gli eredi sia dalla tassazione sulle rendite finanziare, sia dall’imposta sulle successioni. Nella speranza che sia rivisto il pacchetto fiscale attualmente previsto dalla legge di Stabilità, va fatta un’importante osservazione sui costi occulti che spesso sono caricati ai sottoscrittori di polizze vita di tipo Unit linked: non è raro infatti riscontrare costi che talvolta toccano addirittura il 6% del premio versato nel primo anno di vita, suddivisi tra commissioni di sottoscrizione del contratto, commissioni di asset allocation del portafoglio oggetto di gestione e, cosa ben più grave, commissioni di ingresso, gestione e performance previste nei prospetti dei fondi stessi acquistati all’interno della polizza. Ecco che, in questi casi, tutti i vantaggi svaniscono in un istante e gli ignari sottoscrittori si trovano vittime di un inganno che causa loro addirittura perdite in conto capitale alla scadenza del contratto. Per evitare i suddetti inconvenienti, è opportuno che i risparmiatori controllino all’interno del contratto il cosiddetto Total Expense Ratio (Ter); tale ultimo indicatore esprime, in percentuale e su base annua, il totale dei costi, palesi e occulti, sottostanti l’insieme dei prodotti che compongono la polizza assicurativa. (riproduzione riservata)
*ad di Assiteca sim