di Domenico Comegna
Se non fosse per l’incremento della contribuzione dovuta sia all’Inps che all’Enasarco, nel pianeta pensioni il 2015 si annuncia, strano a credersi, senza grandi novità.
Pensione Inps. L’età anagrafica per le pensioni di vecchiaia resta fissata a 66 anni e 3 mesi per gli uomini e 64 anni e 9 mesi per le donne. Nessuna nuova anche sul fronte della pensione di anzianità (che ora si chiama anticipata). Con la riforma Monti-Fornero, a partire dal 2012 per ottenere la pensione prima dell’età di vecchiaia non bastano più i classici 40 anni, ma ne occorrono più di 42. Nel 2015 bisognerà accumulare almeno 42 e 6 mesi per gli uomini e 41 e 6 mesi per le donne. Rimane in piedi il paletto delle penalizzazioni per chi molla prima dei 62 anni di età, ossia la riduzione dell’1% per ogni anno di anticipo, percentuale che sale al 2% quando supera i 2 anni. Riduzione che inciderà per sempre sulla quota dell’assegno calcolato con il criterio «retributivo», riferito cioè all’anzianità maturata a tutto il 2011.
Pensione Enasarco. Nel 2015 per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario raggiungere per gli uomini «quota 89» (età minima 65 anni) e per le donne «quota 85» (età minima 62 anni). Gli iscritti che abbiano cessato la contribuzione obbligatoria con almeno 20 anni di anzianità possono chiedere, entro il 31 dicembre 2015, di essere ammessi al versamento dei contributi volontari necessari al raggiungimento della quota richiesta per l’erogazione della pensione di vecchiaia.
Aumentano i contributi. Una previdenza sempre più costosa. La riforma Fornero, che ha elevato l’aliquota contributiva dal 20,09 al 21,39% nel 2012, ha infatti stabilito un incremento della stessa nella misura pari a 0,45%, per ogni anno successivo, sino a raggiungere (nel 2018) il 24%. Questo significa che per i pf nel 2015 l’aliquota (da applicare al reddito dichiarato al Fisco) salirà dal 22,29 al 22,74%. Anche il contributo minimo sarà un po’ più alto: passa dai 3.466 del 2014 a 3.547 euro. Ricapitolando, tenendo per buono il valore provvisorio dell’indice d’inflazione Istat per il 2014 (più 0,30%), il prossimo anno occorrerà pagare all’Inps il 22,74% del reddito sino a 46.169 euro e 23,74% della quota eccedente sino al massimale di 76.948 euro.
Rincari anche sul fronte Enasarco. Dal 1° gennaio 2015 l’aliquota contributiva passerà dal 14,20% al 14,65% (di cui la metà a carico del pf). I massimali provvigionali su cui calcolare i versamenti contributivi saranno variati come segue:
– agenti plurimandatari: 25.000,00 euro;
– agenti monomandatari: 37.500,00 euro.
Pure i minimali subiranno l’aumento Istat, nella misura dello 0,30%: plurimandatari 419 euro; monomandatari 837 euro per ciascuna azienda.