Massimo Minella
U scita da tutti i settori “no core” (assicurazioni, già vendute, private banking e credito al consumo, sul mercato) e soprattutto robusto aumento di capitale. Il piano di Banca Carige è da ieri sul tavolo della Bce. Approvato dal cda un’ora dopo l’annuncio della “bocciatura” di Francoforte, il “capital plan” firmato dal presidente Cesare Castelbarco e dall’ad Piero Montani si muove su un percorso obbligato che impone in tempi rapidi la ricerca di “denaro fresco sul mercato”. Tesi cara a Bankitalia, ma anche al ministero dell’Economia, in sintonia piena con la Bce che ha sanzionato Carige per la sua fragilità di fronte agli stress test che impongono di misurarsi con “scenari di resistenza”, chiedendo 814 milioni di fabbisogno patrimoniale. Un colpo pesante per gli azionisti che già a luglio erano stati chiamati a sostenere un aumento da 800 milioni, con la prospettiva di non dover più mettere mano al portafogli. Gli “stress test” di Francoforte hanno fatto cambiare il programma e ora si ricomincia. Chi non l’ha presa bene è la Fondazione Carige, primo azionista della banca con il 19% del capitale, che ha scritto ai vertici dell’istituto chiedendo chiarimenti su come si voglia procedere con il rafforzamento patrimoniale. La banca risponderà domani, durante il cda, ma al di là di questo scambio di missive il punto è capire come si comporterà proprio la Fondazione, che non ha la liquidità sufficiente a sostenere la sua quota di aumento e quindi deve necessariamente trovare un alleato a cui vendere una parte sostanziosa del suo capitale. I tempi non sono dei migliori, con un titolo che resta particolarmente depresso fra i 7 e gli 8 centesimi e che dall’inizio dell’anno ha perso più del 50% del suo valore. Ma l’alleanza pare un passaggio obbligato. Il presidente della Fondazione, Paolo Momigliano, non disdegnerebbe un’aggregazione con un gruppo bancario, ma sulla scena è già tornato il Fondo Investindustrial che fa capo ad Andrea Bonomi, che già nel precedente aumento aveva tentato di avviare una trattativa con l’ente, di fatto mai decollata. Il territorio e le istituzioni locali non disdegnerebbero invece una discesa in campo della famiglia Malacalza, che non nasconde di aver aperto il dossier- Carige e valuta la discesa in campo.