Gli assicuratori controllano i profili social dei clienti? Ai consumatori inglesi questa pratica non va proprio a genio. Secondo una indagine realizzata da Consumer Intelligence, solamente il 29% dei clienti pensa sia giusto che le compagnie utilizzino i post dei social media per un check sulla validità delle richieste di risarcimento.
La ricerca realizzata da Consumer Intelligence aveva l’obiettivo di misurare il livello di conoscenza dei consumatori circa i metodi utilizzati dagli assicuratori per controllare la veridicità delle dichiarazioni in fase di preventivo di una polizza o denuncia di sinistro.
Il risultato è l’assoluta mancanza di consapevolezza degli assicurati circa le fonti utilizzate dalle compagnie per acquisire informazioni sui clienti.
Ad esempio, un terzo dei consumatori non sa che gli assicuratori navigano sui social media alla ricerca di riscontri su sinistro, ad esempio. Così come in pochi sono al corrente del fatto che le compagnie possono anche controllare il merito creditizio dell’assicurato, I dati di immatricolazione dei veicoli e le eventuali truffe al volante.
Tuttavia, emerge complessivamente una certa circospezione nei riguardi degli assicuratori. Il 72% del campione di intervistati crede infatti che le compagnie non spieghino esattamente le modalità di accesso ai dati dei clienti.
Da parte loro le aziende sostengono che l’accumulo dei dati attraverso un l’utilizzo della tecnologia sia un’attività determinante per una giusta quotazione delle polizze e una corretta liquidazione dei sinistri, con evidenti benefici sui prezzi pagati dai consumatori.
Lo studio di Consumer Intelligence evidenzia anche la diffusa resistenza delle compagnie all’utilizzo dei dati; solamente il 53% ritiene ad esempio che sia giusto condividere le informaioni con altre società.
Tuttavia, il più alto livello di resistenza riguarda l’utilizzo dei social media e il merito creditizio: solo il 28% la ritiene una pratica corretta.
Secondo Ian Hughes, manager di Consumer Intelligence, “I consumatori devono essere consapevoli che per gli assicuratori è una routine quella di incrociare i dati raccolti da diverse fonti per ottenere informazioni sulla persona. Da parte loro, le compagnie dovrebbero essere più trasparenti sulle procedure di raccolta dei dati al fine di definire il corretto profilo di rischio del cliente o per istruire una pratica di sinistro”.