Non è una semplice operazione finanziaria, ma anche l’ennesimo segnale del fatto che l’era del capitalismo di relazione è forse davvero arrivata al tramonto. Ieri Intesa Sanpaolo, approfittando dal rally messo a segno dal titolo del Leone negli ultimi mesi, ha collocato sul mercato l’1,3% delle Generali.
Da allora sono passati più di dieci anni e se le altre banche, chi per aderire alle richieste dell’Antitrust, chi per esigenze di bilancio, avevano da tempo proceduto allo smobilizzo di tali partecipazioni, Intesa aveva mantenuto in portafoglio la quota dell’1,3%.
Ora, dopo che l’accordo di bancassurance era stato disdettato da tempo, e che leGenerali avevano ridotto al 2,7% la quota in Intesa, è arrivata la decisione della banca di mettere fine all’antico incrocio, mettendo sul mercato l’1,3%.
La quota, che nella semestrale al 30 giugno 2013 di Intesa Sanpaolo, firmata dall’ex ceo Enrico Cucchiani, era stata svalutata per circa 58 milioni, aveva un valore di mercato di circa 348 milioni. E’ dunque ipotizzabile che l’operazione permetterà alla banca di generare una plusvalenza sui conti di fine anno.
Il collocamento del pacchetto di Intesa arriva dopo che nei mesi scorsi ancheMediobanca, che attualmente ha il 13,2% delle Generali, ha annunciato una progressiva discesa fino al 10%. E anche il Fondo strategico italiano, cui la Banca d’Italia ha conferito il suo 4% del Leone, si è impegnata ad azzerare la quota entro la fine del 2015. (riproduzione riservata)