Tra le assicurazioni verso le quali l’Isvap di Giancarlo Giannini ebbe un occhio per così dire di riguardo, non ci fu solo la FonSai dei Ligresti, oggi confluita in Unipol ma sempre al centro di un’inchiesta della Procura di Milano. La compagnia «non era la sola nei cui confronti Giannini mostrasse comprensione», ha affermato, in un interrogatorio davanti al pm Luigi Orsi, il dirigente dell’Isvap (oggi Ivass), Antonio De Pascalis. Il funzionario lo scorso 20 dicembre spiegò al magistrato: «Ricordo che nel 2003 il gruppo Carige (cui fanno capo due compagnie oggi oggetto di cessione nel quadro del rafforzamento patrimoniale da 800 milioni imposto da Bankitalia, ndr) aveva presentato bilanci censurabili». Sotto accusa c’erano i contratti di riassicurazione della compagnia genovese in cui, secondo la ricostruzione di De Pascalis, figuravano come ricavi quelli che in realtà erano prestiti. «La rilevanza della questione era legata al fatto che la Carige nel 2003 stava procedendo all’aumento di capitale», ricostruì il dirigente sentito come testimone, «e la censura del bilancio della controllata costituiva un problema». De Pascalis ha citato al pm Orsi un episodio. «Ricordo che Giannini mi chiamò e mi disse: cosa dico a Claudio Scajola, ministro delle Attività produttive e uomo politico ligure evidentemente interessato alla vicenda». Da quel momento, «il procedimento fu avocato dalla dottoressa Mazzarella (ex vice direttore generale dell’Isvap, braccio destro di Giannini, ndr), e io non me ne occupai più», concluse De Pascalis.