di Andrea Di Biase
Con la chiusura dell’indagine a carico dell’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, da parte del pm di Milano, Luigi Orsi, e la diffusione di stralci degli atti giudiziari da parte delle agenzie di stampa, si riaccende la polemica attorno all’operazione di aggregazione tra Unipol e Fondiaria-Sai e sul ruolo ricoperto dalle banche creditrici della famiglia Ligresti, a cominciare da Unicredit e Mediobanca.
I critici dell’operazione, che al pari di Giulia Ligresti, ritengono che l’unione tra FonSai e il gruppo bolognese sia stata una sorta di esproprio ai danni della famiglia dell’ingegnere di Paternò, organizzato da Alberto Nagel e Federico Ghizzoni con la complicità delle autorità di vigilanza, hanno trovato nuovi argomenti a sostegno delle proprie tesi dalla pubblicazione dei verbali degli interrogatori di Fulvio Gismondi davanti al pm Orsi. Negli stralci rilanciati dalle agenzie Gismondi, che era l’attuario incaricato del gruppo FonSai ai tempi della gestione Ligresti, e che è indagato per concorso in falso in bilancio aggravato, manipolazione del mercato e falsità ideologica in certificati nel procedimento condotto dalla Procura di Torino, ha sostenuto che l’ex dg diFonSai, Piergiorgio Peluso (figlio del ministro Annamaria Cancellieri e oggi cfo diTelecom Italia), avrebbe lasciato il gruppo assicurativo prima dell’approvazione definitiva dei concambi per la fusione con Unipol per non essere coinvolto in un illecito legato all’irregolarità nella procedura di valutazione delle due aziende. Valutazione da cui sarebbe emersa una sopravvalutazione del gruppo bolognese e una sottovalutazione di FonSai. Sempre secondo Gismondi, interrogato da Orsi il 15 marzo 2012 (quindi nel pieno della trattativa tra Unipol e Premafin), l’ad diMediobanca avrebbe fatto pressione sull’Isvap, allora ancora guidata da Giannini, che in quella fase aveva cominciato a smarcarsi dai Ligresti, per spingere la famiglia a chiudere l’accordo con i bolognesi. Stando alla deposizione di Gismondi, l’atteggiamento di Giannini, per anni compiacente nei confronti dei Ligresti, sarebbe cambiato nel corso della trattativa con Unipol, agevolando, dunque, dal punto di vista regolamentare l’operazione sostenuta da Mediobanca e Unicredit. A tale proposito, davanti al pm Orsi, l’ex attuario di FonSai sostiene che il 21 marzo 2012 l’ad diUnipol, Carlo Cimbri, gli avrebbe confessato che «Giannini gli aveva assicurato il via libera all’operazione», così come la Consob. Una ricostruzione respinta con forza daUnipol. «Il contenuto di tali dichiarazioni», ha affermato il portavoce del gruppo bolognese, «non è rispondente al vero ed è destituito da ogni fondamento».
Ieri, intanto, il gip di Torino ha concesso gli arresti domiciliari a Jonella Ligresti, che si trova va in carcere dal luglio scorso. Secondo il gip, l’ex presidente di FonSai ha «cominciato a prendere coscienza degli illeciti commessi e dei gravissimi danni causati». (riproduzione riservata)