Secondo l’ultimo Report sui Mancati Pagamenti di Euler Hermes – compagnia del Gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione crediti – nei primi nove mesi dell’anno i mancati pagamenti delle imprese italiane hanno registrato un forte calo sul fronte della frequenza, sia sul mercato nazionale (-13%) sia nel settore dell’export (-17%). In deciso aumento invece (+14%) gli importi medi (indicatore di severità) dei mancati pagamenti in Italia, che invece si contraggono (-11%) sui mercati esteri. “Il rallentamento del numero degli insoluti tra le imprese – sostiene Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa di Euler Hermes – è sintomo ormai che l’effetto scrematura tra le aziende meno solide finanziariamente è terminato, mentre, la crescita degli importi medi è lo specchio di una realtà fortemente deteriorata che non risparmia nemmeno le aziende più strutturate in termini di risk management. Un miglioramento delle abitudini di pagamento, insieme alla ripartenza dell’economia nazionale potranno rappresentare nel 2014 quella giusta miscela per ridurre i rischi d’insolvenza commerciale tra le imprese”. In base ai risultati del report di Euler Hermes si rileva che l’Italia si appresta a chiudere il 2013 registrando la seconda recessione consecutiva (PIL -1,8%) ma un percorso di stabilizzazione graduale sembra già avviato. A partire dal secondo semestre 2013 il miglioramento del clima di fiducia da parte delle imprese consentirà un lieve recupero, che dovrebbe permettere al PIL di crescere del +0,3% nel 2014, grazie al positivo contributo della bilancia commerciale e a una contrazione più moderata della domanda interna. Tuttavia, quest’ultima è destinata a rimanere un peso per l’economia, a causa della spesa dei consumatori ancora con segno negativo, dovuta principalmente a un alto tasso di disoccupazione e al deterioramento del potere d’acquisto. Si aggiunge, inoltre, una contrazione degli investimenti causata dalla mancanza di credito e da una domanda debole. “Nel breve termine – afferma Andrea Pignagnoli, analista economico di Euler Hermes Italia – l’economia resterà vulnerabile ai cambiamenti di umore degli investitori a causa dell’eccessivo stock di debito e ai rischi legati alla fragile coalizione di Governo. Nel medio termine l’Italia avrà bisogno di proseguire l’attuazione delle riforme strutturali, al fine di ridurre gli squilibri con i principali competitor internazionali.
L’adeguamento del costo del lavoro, ancora insufficiente se paragonato agli sforzi fatti in Spagna e Portogallo, rappresenta un punto di partenza per recuperare la competitività sui mercati internazionali”.
I livelli di rischiosità delle transazioni commerciali nel mercato interno saranno ancora molto elevati per tutto il 2013 nella maggior parte dei settori del “Made in Italy”. Entrando nel dettaglio settoriale, soffrono le Commodities che sono sopra i livelli pre-crisi del 2007 e sopra al picco della crisi registrato nel giugno del 2009, in termini di numerosità dei debiti non onorati (rispettivamente +59% e +47%), con in primis il comparto dell’energia e dei carburanti, fortemente caratterizzato da una bassa marginalità e da un’elevata necessità di circolante. Segnali di parziale ripresa dal Tessile, dove alcuni distretti hanno saputo collocarsi sulla fascia alta, crescendo al di fuori dell’Europa. Indicatori in miglioramento sul mercato interno anche per il Food, la Carta e l’Automotive. “Il Food, – dichiara Massimo Reale, Direttore Fidi Euler Hermes Italia – si conferma il settore anticiclico
per definizione e uno dei motori trainanti del made in Italy mostrando segnali di miglioramento nelle dinamiche di pagamento. Contribuiscono positivamente al trend del settore una gestione di cassa più oculata (1°semestre 2013) dovuta anche all’implementazione della legge 62 sui tempi di pagamento, e una maggiore razionalizzazione delle reti distributive (in particolare GDO e commercio all’ingrosso). Per il cartario le buone performance sono confermate dal tissue grazie al volano dell’export e dalle carte speciali di cui l’Italia mantiene importanti nicchie produttive; nell’automotive, nonostante la crisi delle immatricolazioni, resiste stabilmente il mercato degli OEM (Original Equipment Manufacturer) e della ricambistica per il comparto auto”. Sul fronte regionale, a settembre 2013 rispetto ai livelli del 2007, quattordici Regioni sono al di sotto nella numerosità dei mancati pagamenti. Preoccupa, invece, la “severità” che a settembre, rispetto allo stesso periodo del 2012, nel Lazio è raddoppiata a causa delle difficoltà del comparto servizi e di quello delle costruzioni, mentre, in Friuli e in Umbria l’incremento supera il 50% e in Lombardia, motore economico dell’Italia, tocca il +19%.