di Andrea Di Biase
Rispetto all’Investor Day del 14 gennaio scorso, quando Mario Greco presentò per la prima volta la propria strategic review per le Generali, l’atteggiamento del mercato nei confronti del Leone sembra essere notevolmente cambiato.
E in meglio. Allora infatti gli obiettivi indicati da Greco, specie in termini di cessioni (4 miliardi entro il 2015) e taglio dei costi (allora la previsione era di risparmi per 600 milioni, innalzata ieri a 750 milioni), lasciarono freddi gli investitori, tanto che il titolo chiuse con una flessione del 3% e nei giorni seguenti gli analisti, compresi quelli di Mediobanca, manifestarono le proprie riserve sui target annunciati, chi ritenendoli eccessivamente ambiziosi, almeno sul fronte delle dismissioni di asset non core, chi giudicandoli eccessivamente prudenti, almeno in termini di redditività. A giudicare invece dalla reazione di ieri del titolo (+1,51% a 16,84 euro) e dei primi giudizi arrivati dalle case d’affari, sembra che il focus del mercato, che ancora pochi mesi fa era concentrato prevalentemente sulla solidità patrimoniale della compagnia, tanto che Greco dovette sottolineare più volte di non avere in programma aumenti di capitale sia ora maggiormente rivolto ad approfondire le soluzioni già avviate dal management per raggiungere gli obiettivi indicati. Jp Morgan, per esempio, ha confermato la raccomandazione outperform (sovrappesare) sul titolo del Leone, ma con target price a 16,59 euro, e ha focalizzato l’attenzione sull’ulteriore stretta sui costi, piuttosto che sulla decisione di Standard & Poor’s di metter in creditwatch negativo il rating del gruppo. Positivo anche il giudizio di BofA Merrill Lynch (target price a 18,7 euro e giudizio buy), secondo cui quello intrapreso dalla compagnia guidata da Greco rappresenta un interessante cammino di ristrutturazione. Giudizio buy anche per gli analisti di Kepler Chevreux, che confermano il target price a 18 euro. In particolare gli analisti, oltre alle novità in termini di dividendi (si veda altro articolo) hanno apprezzato l’obiettivo di leverage ratio, previsto al di sotto del 35%, e l’innalzamento del target di risparmi lordi che è passato a 750 milioni al 2015 e a un miliardo al 2016, di cui il 40% da conseguire nel business Vita e il 60% in quello Danni e altre attività. Gli esperti di Banca Imi hanno apprezzato il fatto che le Generali abbia dato maggiore visibilità sulle sue iniziative, puntando ad aumentare la redditività operativa. Il target al 2015 sul roe operativo è stato confermato al 13% entro il 2015, segnalano gli esperti evidenziando che i maggiori risparmi sul fronte delle sinergie di costo andranno probabilmente a compensare minori contributi su altri fronti. Confermati il rating hold e il target price di 15,75 euro per azione. Se nel corso della presentazione al mercato, cui hanno partecipato circa cento analisti oltre a una cinquantina di banchieri d’affari, non sono arrivate troppe domande circa il piano di dismissioni annunciato ormai un anno fa, Greco, oltre a escludere acquisizioni, a cominciare da Sace, ha comunque ribadito il proprio impegno a proseguire su questa strada. «A gennaio, quando abbiamo detto che avremmo fatto 4 miliardi di dismissioni entro il 2015, metà della sala ha riso e l’altra metà ha pensato che non l’avremmo fatto. Non consiglio a nessuno di prenderci sottogamba su questo target: abbiamo 2 anni e passa e ci arriviamo». Greco non ha voluto commentare la voce secondo cui all’elvetica Bsi sia interessato il Banco Espirito Santo. «Siamo in trattative, ma non commento sui nomi», ha detto nel corso della conferenza stampa. «Bsi è un’ottima società ed è complicata perché è attiva in Europa e in Asia, cosa quasi unica e deve quindi trovare un compratore interessato a questo mix particolare», ha spiegato Greco. Nel corso dell’Investor Day, durante il quale è stato presentato il nuovo logo unico del gruppo (che sarà il leone alato per tutte le società anche estere), Greco ha infine ricordato che le quote in Intesa (2,69%),Mediobanca (2%) e Rcs (0, 96%), «oggi sono partecipazioni libere» e saranno i vari gestori del gruppo a decidere che farne. (riproduzione riservata)