di Lucio Sironi
Scommettere sulle start up, o meglio in un progetto che mira a promuoverle in Italia? Pochi potevano permettersi di farlo. Tra questi il gruppo Azimut, per almeno due buoni motivi: perché a sua volta è una storia di start up di successo, nata da un management buy in e portato in borsa quasi dieci anni fa (oggi è il quarto gruppo finanziario italiano); e poi perché è uno dei pochi a disporre di capitali da investire, forte di circa 250 milioni di liquidità cui se ne possono aggiungere altrettanti valorizzando le azioni proprie (circa l’8% del capitale).
Da questo presupposto nasce il progetto Libera impresa, presentato ieri e costituito da nuovi servizi e iniziative con focus sugli imprenditori, a cui si propone di «finanziarsi a costi nettamente inferiori» rispetto al canale bancario tradizionale, come ha detto ieri l’ad Pietro Giuliani. Azimutassisterà le imprese clienti attraverso cinque progetti distinti che copriranno il ciclo di vita dalla fase di start up. Circa 25 milioni l’investimento diretto stanziato finora sul progetto: 1,2 milioni nell’incubatore di start up SiamoSoci (aumento di capitale riservato per una partecipazione del 25%); 15 milioni in tre anni a supporto di P101, operatore di venture capital specializzato in investimenti early stage nel settore digitale; 10 milioni per una campagna pubblicitaria che partirà a febbraio e per una due giorni dedicata agli imprenditori che si terrà a fine gennaio alla Fiera di Rho, anticipata da una cena di lancio per 4 mila potenziali interlocutori. Azimut ha preso poi l’occasione per annunciare il proprio ingresso nel mondo dell’investment banking attraverso Azimut Global Counseling. «Non intendiamo fare concorrenza alle banche d’affari tradizionali», precisa Giuliani, «ma proporre un modello consulenziale destinato alla fascia elevata della nostra clientela», imprenditori a capo di aziende da oltre 10 milioni di giro d’affari.
Alla guida della nuova realtà ci sono Giancarlo Maestrini e Marco Rognoni, provenienti da Mediobanca. Sempre ai clienti di fascia alta sarà proposto un investimento nella spac Ipo Challenger, che selezionerà un’azienda eccellente da portare in borsa offrendo nel contempo un’opportunità di investimento per i clienti. A completare il pacchetto delle nuove iniziative nel settore, l’adesione al Progetto Elite di Borsa Italiana, che mira a agevolare il percorso delle aziende interessate a sbarcare a Piazza Affari. Con questa strategia, ha affermato il direttore commerciale di Azimut, Paolo Martini, «puntiamo a raddoppiare entro i prossimi due anni la nostra clientela di fascia alta, con patrimoni da oltre 1,5 milioni di euro».
Giuliani ha parlato anche delle prospettive 2013 del suo gruppo, anticipando che l’utile sarà superiore a 120 milioni di euro: «Lo scorso anno sono stati 160, aiutati dai mercati finanziari. Il dato finale dipenderà quindi da come andranno gli ultimi due mesi. Il range è comunque 120- 160 milioni. In teoria si potrebbe anche superare questo dato, ma non mi sento ancora di affermarlo». Quanto alla raccolta netta di ottobre «sarà molto superiore a 300 milioni e le masse supereranno quota 22 miliardi».