DI STEFANO SANSONETTI
Per la prima volta dall’inizio della legislatura una banca e un’assicurazione sfilano davanti al Copasir. Il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, presieduto da Massimo D’Alema, l’altro ieri ha ascoltato alcuni rappresentanti di Unicredit, mentre è stato già deciso che la prossima seduta vedrà protagonista Generali. Dall’elenco delle 139 audizioni svolte a partire dal 2008, salta subito all’occhio che mai prima d’ora il Comitato aveva appuntato la sua attenzione su un’istituzione finanziaria. Nel mese di ottobre, per esempio, le ultime audizioni hanno visto protagonisti rappresentanti di Fincantieri, Finmeccanica, Enel ed Eni. Ma cosa sta cercando di capire il Comitato presieduto da D’Alema? In teoria oggetto di approfondimento dovrebbe essere il tema della sicurezza delle aziende e delle reti informatiche sui cui transitano milioni di dati. A quanto filtra, però, le preoccupazioni riguarderebbero anche la vulnerabilità di alcuni gruppi italiani, i cui valori di borsa li rendono pericolosamente appetibili all’estero. Ma c’è anche chi fa notare come la scelta di sentire Unicredit e Generali possa derivare anche dalla sempre più consistente presenza estera che vantano i due gruppi. La banca guidata da Federico Ghizzoni, infatti, si è da tempo ramificata in Germania, Austria, Polonia, Serbia, Turchia, Ucraina e Ungheria. Lo stesso dicasi per le Generali, da poco tempo guidate dal ceo Mario Greco, presenti in Cina e praticamente in tutta l’Europa dell’Est, soprattutto dopo la joint venture con la holding praghese Ppf. Sta di fatto che l’altro ieri davanti a D’Alema, e ai parlamentari del Pd Achille Passoni ed Ettore Rosato, si sono presentati tra gli altri Paolo Fiorentino, vicedirettore generale di Unicredit, e Pietro Blengino, responsabile dipartimento sicurezza del medesimo istituto di credito. Unicredit, che in borsa ormai capitalizza circa 20 miliardi, è stata protagonista nei giorni scorsi di voci che la proiettavano verso un’integrazione con Intesa Sanpaolo, proprio in un’ottica di difesa da possibili assalti stranieri. L’operazione è stata smentita dai vertici degli istituti, ma sono in molti a ritenere che il tema rimanga di attualità. E se si parla di Unicredit, passando per Mediobanca, non si può far altro che arrivare a Generali, in pratica il «salotto buono » della finanza italiana. Tornando all’elenco delle audizioni svolte dal Copasir a partire dal 2008, quindi anche quando presidente era Francesco Rutelli, non può fare a meno di colpire anche la totale assenza di rappresentanti del ministero dell’economia (di fatto l’azionista di alcuni campioni nazionali) e di tutte le sue varie articolazioni (si pensi per esempio alle Agenzie). Quanto ai gruppi privati, invece, abbondano le audizioni che hanno coinvolto gruppi telefonici, il cui motivo è più che facilmente intuibile. Si va da Telecom ai cinesi di H3G, da Vodafone a Wind e Acotel. Tra i gruppi pubblici, invece, spicca una sola audizione dedicata a Finmeccanica, peraltro ascoltata soltanto lo scorso 31 ottobre nella persona di Paolo Campobasso, responsabile della sicurezza. E in un certo senso colpisce la totale assenza di audizioni dedicate a Poste Italiane, gruppo pubblico ormai attivo in numerosi settori. © Riproduzione riservata